Protesta fuori dal Falcone a Gallarate contro la riforma del voto in condotta voluta dal Ministro Valditara
Durante la manifestazione organizzata dall'Unione degli Studenti è stata annunciata la mobilitazione per il prossimo 15 novembre

Una quarantina tra studenti e attivisti dell’Unione degli Studenti ha dato vita a un presidio fuori dall’Istituto Falcone di Gallarate dove era atteso il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.
In Via Giacomo Matteotti i ragazzi hanno esposto striscioni e spiegato le ragioni della ferma opposizione alla riforma del voto in condotta recentemente approvata, “percepita come un ulteriore passo verso una scuola basata sulla repressione, sull’autorità punitiva e sull’isolamento degli studenti”.
«La riforma promossa da Valditara punta a rafforzare un sistema educativo che penalizza chi trasgredisce le regole imposte, aggravando le sanzioni con valutazioni soggettive legate al comportamento. Questo approccio non tiene conto delle reali esigenze educative degli studenti e alimenta un clima di repressione piuttosto che di inclusione e dialogo» ha dichiarato Sara De Vecchi, Coordinatrice regionale del sindacato dell’Unione degli Studenti.
«Durante la visita del ministro cittadini, studenti e attivisti si sono riuniti per manifestare il loro dissenso contro una politica scolastica che criminalizza la trasgressione e limita la crescita individuale in nome di una presunta ‘cultura dell’autorità» ha aggiunto Emma Constandachi altro membro dell’UdS.

«Fin dall’inizio del mandato, il ministro Valditara ha continuato a proporre riforme che puntano sempre più verso una scuola autoritaria e basata sul merito. Troviamo inaccettabile che un luogo che dovrebbe essere, per eccellenza, uno spazio di crescita collettiva e personale si riduca al mero obiettivo di farci diventare membri passivi di questo sistema malato, nel quale gli ultimi vengono abbandonati e l’unico obiettivo è il lavoro e il guadagno» hanno ribadito gli studenti di Gallarate.
Gli studenti hanno inoltre affermato che continueranno a mobilitarsi, e che non si fermeranno davanti a nulla perché vogliono essere ascoltati. «Diciamo NO alla scuola della repressione, diciamo NO a Valditara! VOGLIAMO POTERE, e per questo ci vedrete ancora in piazza il 15 novembre!»
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