Architetti in dialogo con la politica regionale: la proposta dell’Ordine di Varese per garantire l’equo compenso

Una proposta per tutelare i professionisti e combattere l’evasione fiscale: l’Ordine degli Architetti di Varese si rivolge ai Consiglieri del territorio

Generico 21 Oct 2024

L’Ordine degli Architetti della provincia di Varese ha proposto una legge ai Consiglieri Regionali locali per tutelare il lavoro dei propri iscritti e contrastare l’evasione fiscale nel settore delle costruzioni. La proposta mira a garantire che i professionisti ricevano il compenso per le prestazioni svolte a favore di privati o imprese, legando il rilascio dei permessi amministrativi al pagamento degli onorari. «Questa misura, oltre a garantire i diritti dei professionisti, punta tra l’altro anche a ridurre l’evasione fiscale, fenomeno che danneggia l’economia e aumenta la pressione fiscale su chi paga regolarmente le tasse» puntualizza Raffaele Nurra, componente del consiglio varesino dell’Ordine, che spiega: «La nostra proposta di legge regionale prevede che gli enti locali, prima di rilasciare il permesso finale, debbano ricevere una dichiarazione del professionista che confermi di essere stato pagato  Questo non garantisce la bontà del progetto, ma permette ai professionisti di lavorare con maggiore serenità. Non comporta costi per nessuno, ma assicura il giusto riconoscimento per il lavoro svolto»

Attualmente, infatti, i professionisti possono trovarsi in difficoltà a ottenere il saldo delle parcelle, poiché i committenti possono ottenere i titoli abilitativi senza la necessità saldare i compensi.

La proposta si ispira a leggi già  esistenti e al principio dell’equo compenso, recentemente sancito dalla legge nazionale n.49/2023, cercando di rafforzare il riconoscimento del lavoro svolto dagli architetti.  «In Spagna, questa norma esiste da 30 anni – Puntualizza Elena Brusa Pasquè, presidente dell’Ordine degli Architetti di Varese  – Ma è oggetto di leggi regionali in diverse regioni italiane, dall’Abruzzo alla Liguria». La proposta: «Parte da Varese, ma è già stata accolta da tutti i presidenti degli Ordini degli architetti della Lombardia, attraverso la nostra nuova Consulta Lombarda» conclude Brusa Pasquè.

L’obiettivo dell’iniziativa era sollecitare i Consiglieri Regionali a diventare essi stessi promotori di una legge che imponga il pagamento degli onorari prima del completamento delle pratiche autorizzative: a rispondere, in prima battuta, sono stati in tre: Emanuele Monti, Giuseppe Licata e Romana Dell’Erba.

«Ho seguito la nascita della norma in Liguria nel 2021 e posso testimoniare che questa misura ha contribuito a dare maggiore trasparenza – Ha detto Emanuele Monti nel suo intervento – La prima revisione biennale prevista in Liguria ha dato esito positivo e sono pienamente disponibile a portare la proposta in Consiglio Regionale di Lombardia, con un’audizione congiunta nelle commissioni nona e quarta. I temi centrali secondo me sono quattro: tutelare le prestazioni professionali, garantire l’equo compenso, ridurre l’evasione fiscale, semplificare i rapporti con la pubblica amministrazione, il tutto senza oneri finanziari aggiuntivi. Se una norma semplifica e non costa, perché non farlo?»

 «Gli architetti sono i difensori della bellezza,  e questa proposta è una grande opportunità, e ritengo importante che parta dalla provincia di Varese – Ha aggiunto Giuseppe Licata, che ne ha approfittato per lanciare una proposta – Perché non far promuovere questa legge dai consiglieri regionali varesini, prima che lo facciano altri? Tra l’altro è una proposta sensata e così condivisibile che penso si possa proporre in forma bipartisan».

«È fondamentale dare maggiore concretezza alla legge nazionale 49 sull’equo compenso, che garantisce una giusta retribuzione ai professionisti – Ha sottolineato infine Romana Dell’Erba – Portarla a livello regionale sarebbe un passo importante. Come membri della quarta commissione, io, Licata e Ferrazzi possiamo partire proprio da qui. Sarà mia premura prendere atto di questa proposta, e magari pensare anche a un osservatorio regionale, così come la legge nazionale prevede un osservatorio nazionale».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Ottobre 2024
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