Gli ultras arrestati a Trieste di fronte al giudice di Varese
I quattro, che si trovano ai domiciliari, hanno riportato in aula la propria versione dei fatti. I reati contestati sono rissa aggravata, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, porti di armi improprie
Sono finiti di fronte al giudice per le indagini preliminari i quattro ultras della Pallacanestro Varese arrestati per gli scontri avvenuti domenica sera all’esterno del palasport di Trieste.
I quattro, difesi dall’avvocato Marco Bianchi, hanno reso spontanee dichiarazioni e hanno ricostruito la loro versione dei fatti. Il procedimento si è svolto in camera di consiglio di fronte al GIP Niccolò Bernardi. Il pubblico ministero Maria Claudia Contini ha richiesto per gli imputati la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre giorni alla settimana, con particolare riguardo per gli orari di svolgimento delle partite di basket.
La difesa ha per contro chiesto l’annullamento delle misure cautelari in corso: i quattro imputati si trovano attualmente agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato di decidere. Una volta prese le misure il giudice trasmetterà gli atti all’omologo presso il tribunale di Trieste.
L’udienza di oggi si è svolta come accennato in camera di consiglio alla sola presenza dei difensori: gli arrestati hanno raccontato che gli scontri sono avvenuti al termine della partita quando loro si erano già avviati verso il rientro a Varese. I quattro – hanno spiegato – si sono accorti che mancavano alcuni tifosi che erano in trasferta con loro e sono tornati sui propri passi, tanto da arrivare davanti al palasport con gli scontri già in corso. I reati contestati sono rissa aggravata, lesioni a pubblico ufficiale (tra i quattro feriti anche una operatrice delle forze dell’ordine), resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo d’armi improprie.
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