In commissione Affari Generali tante denunce ma poche soluzioni per i lavoratori del Comune di Varese
Oltre alle testimonianze dei lavoratori, in commissione anche le denunce dell'amministrazione nei confronti delle scelte del Governo. Intanto però, i dipendenti sono passati da 815 a 627 negli ultimi anni, e garantire i servizi diventa sempre più difficile

La Commissione Affari Generali si è riunita nella serata del17 febbraio per discutere le difficoltà dei dipendenti comunali di Varese, ma il confronto ha messo in luce e approfondito problemi già noti, senza però portare a risposte concrete.
Tra le problematiche evidenziate spicca la carenza di personale: in particolare nell’ufficio anagrafe, dove i dipendenti hanno qualche giorno fa indetto uno sciopero per portare all’attenzione dell’opinione pubblica le difficoltose condizioni di lavoro, ma le soluzioni ancora non si vedono.
Le testimonianze dei dipendenti: “Siamo sempre in emergenza”
Fabiola Riganti, rappresentante RSU Cobas, ha sottolineato come le colleghe dell’anagrafe possano spiegare meglio le difficoltà che affrontano quotidianamente. “Noi ci teniamo a far bella figura di fronte all’amministrazione, ma non abbiamo le risorse necessarie per farlo. Il problema più serio è proprio all’anagrafe, dove si crea una lunga coda di cittadini in attesa. L’anagrafe è la vetrina dell’ente e dovrebbe essere potenziata.”
Nicoletta Zucchi, funzionario dirigente dei servizi demografici, ha evidenziato come nel tempo il numero di dipendenti sia drasticamente diminuito, mentre il lavoro sia aumentato considerevolmente. “L’anagrafe non si occupa solo di stampare certificati, c’è molto lavoro dietro le quinte. Nonostante le difficoltà, ci sentiamo parte della città e abbiamo grande voglia di fare bene. Qui l’assenteismo non esiste, ma il problema resta: la mancanza di risorse è concreta.”
Eugenia Ravelli, rappresentante Cobas, ha ribadito che tutti i dipendenti comunali stanno affrontando le difficoltà derivanti da vincoli normativi che limitano le assunzioni. «Oltre alla mole di lavoro, dobbiamo gestire anche il disagio dei cittadini. La riduzione del personale all’anagrafe ha avuto un impatto evidente: mancano nove persone e abbiamo chiesto almeno tre sostituzioni. La dottoressa Zucchi ha dato la sua disponibilità, ma anche lei a breve andrà via e ha bisogno di qualcuno che la affianchi in questo periodo di transizione».
«Siamo costantemente in emergenza – ha sottolineato un’altra rappresentante della RSU del comune – Non voglio impedire alle persone di sposarsi, ma non riesco più a gestire tutto. Stiamo togliendo diritti ai cittadini, e questo ha un forte impatto anche su di noi, che vorremmo evitare questa situazione».
L’amministrazione riconosce il problema, ma non ha soluzioni a breve
Il dirigente Francesco Fachini ha riconosciuto l’impegno encomiabile dei dipendenti, ma ha sottolineato che, in mancanza di risorse, bisogna necessariamente regolare l’offerta dei servizi. «Stiamo lavorando su una riorganizzazione dell’accoglienza per non penalizzare i cittadini. Una persona ha preso servizio questa mattina e un nuovo bando sta per concludersi. Inoltre, sono in fase di mobilità interna due nuove figure e mezza. Ma se questo non basterà, bisognerà necessariamente riorganizzare l’offerta dei servizi».
L’assessore Stefano Malerba, che tra le sue deleghe ha anche quella agli affari generali, ha riconosciuto l’importanza dell’anagrafe come vetrina dell’ente, ma ha anche sottolineato che non è il solo ufficio comunale che ha un impatto diretto con i cittadini. «Stiamo cercando di rispettare quanto stabilito dalla legge senza creare troppi disservizi. Eravamo a 815 dipendenti, ora siamo a 627 – Sottolinea – A dicembre 2024, l’anagrafe poteva contare su 22 dipendenti circa ora stanno ancora diminuendo. Tuttavia, i problemi non riguardano solo questo settore: anche gli assistenti sociali sono al collasso. Il Comune sta cercando di intervenire su ogni criticità, sia all’anagrafe che altrove».
«Ovunque i comuni sono sottodimensionati, mentre il carico di lavoro continua ad aumentare – ha sottolineato Il sindaco di Varese, Davide Galimberti – Penso, per esempio, alla gestione delle donazioni di organi. Al momento, nonostante la riduzione di personale e l’aumento delle attività, riusciamo a garantire la soddisfazione dei cittadini. Secondo i parametri statali, potremmo assumere tra gli 8 e i 10 nuovi impiegati. Tuttavia, la riduzione di servizi nei prossimi mesi sarà inevitabile se non cambieranno le politiche sulle assunzioni. Continuerò a partecipare agli scioperi finché la situazione resterà questa.”
Il dibattito politico
Naturalmente nel dibatto sono entrati anche i consiglieri comunali, in particolare quelli di minoranza: Salvatore Giordano, esponente di Fratelli d’Italia, ha tenuto a sottolineare che non è una questione nata oggi, e la gestione delle risorse deriva dagli anni precedenti. «Non siamo al collasso perché ci manca qualcosa oggi, ma perché negli anni passati gli strumenti a disposizione non sono stati usati adeguatamente. Non si può risolvere tutto in un solo anno».
Roberto Puricelli di Grande Varese ha sottolineato come la problematica del personale sia un tema ricorrente nel tempo, a cui l’amministrazione deve comunque guardare, mentre Simone Longhini del polo delle LIbertà ha ricordato che la discussione riguarda specificamente l’amministrazione comunale di Varese, non un più generico problema degli enti locali.
Stefano Angei ha infine criticato l’atteggiamento del sindaco Galimberti, definendo la sua partecipazione allo sciopero dei dipendenti “una presa in giro”: «Questo sciopero era rivolto a lei e alla sua giunta, è una presa in giro che si sia messo in mezzo a loro. Anagrafe e polizia locale sono in emergenza, ma non sono i soli settori in difficoltà. L’amministrazione non è stata in grado di trovare soluzioni adeguate e preferisce lamentarsi dei tagli imposti dagli enti superiori. Ma quanto potranno ancora reggere i dipendenti?».
«La situazione è critica, ma potrebbe essere in una fase di transizione?» è la domanda di Mariagrazia D’Amico, di Progetto Concittadino. Mentre Manuela Lozza (PD) che ha fatto le veci del presidente di commissione Giacomo Fisco, ha chiosato: «
Qui bisogna portare agli organi superiori il problema, perchè con quello che c’è a disposizione del Comune adesso non si può fare di più».
La carenza di personale e l’aumento del carico di lavoro stanno mettendo a dura prova i lavoratori, anche se fino ad ora non c’è stato un impatto diretto sui cittadini: la questione perciò rimane aperta e destinata a rimanere al centro del dibattito politico nei prossimi mesi.
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