Controlli dei Nas e di Ats alla scuola di Gallarate. Il Comune invita alla prudenza
Consegnata la prima relazione del tecnologo alimentare del Comune, che esclude intossicazione da cibo. Verifiche di carabinieri e autorità sanitarie su cucine, ambienti scolastici e anche con interviste alle famiglie

Da dove viene il malessere accusato pesantemente da decine di bambini della scuola di Gallarate?
Nella mattina di mercoledì 5 marzo il Nas dei carabinieri e l’Ats Insubria (l’agenzia di tutela della salute, che ha una parte delle competenze un tempo delle Usl e poi delle Asl) hanno iniziato le verifiche partendo dal cibo proposto dalla mensa e proseguendo con gli ambienti dedicati nella scuola primaria “Manzoni”, nel quartiere di Madonna in Campagna.
L’ipotesi di “tossinfezione alimentare” è citata anche nei referti ospedalieri dei bambini portati in pronto soccorso, ma non è l’unica.
L’idea di una intossicazione legata al cibo viene considerata poco credibile dalla relazione del tecnologo alimentare del Comune, consegnata già nella mattina del 5 marzo: la tecnica incaricata ha svolto il sopralluogo e ha certificato «la conformità delle procedure svolte» e delle materie prime. Viene indicato anche che il menù – ditalin con lenticchie, provolone, fagiolini all’olio, pane e arance – è da considerarsi a «basso rischio microbiologico» (era un elemento che citava, nell’articolo di martedì sera, l’assessora all’istruzione Claudia Mazzetti).
L’ipotesi di intossicazione alimentare, secondo la relazione, è considerata poco credibile perché pochi sono i casi sul totale (trentuno rispetto ai 2949 pasti distribuiti nelle diverse scuole. Perché «i brevi tempi intercorsi tra la comparsa dei sintomi e il consumo del pasto, […] rendono improbabile che si tratti di una causa di contaminazione di tipo microbiologico, che richiede tempi di incubazione più lunghi» Si conclude che sintomi e tempi fanno pensare alla «presenza di una tossina preformata, non compatibile con la matrice alimentare in oggetto».
L’altra causa ipotizzata da alcuni genitori era che l’intossicazione potesse venire dall’acqua: anche questa ipotesi viene considerata poco credibile perché « porterebbe ad altri sintomi non a carico prevalente dell’apparato gastrointestinale» e con tempi più lunghi.
Come detto proprio dalla filiera di preparazione del cibo sono partiti i controlli di Nas e Ats, “risalendo” a tutti i diversi momenti di produzione, porzionatura e distribuzione dei pasti, oltre che sugli ambienti scolastici. In questo caso la relazione richiederà più tempo.
Il sindaco: “Invito a non fare allarmismo”
Prudenza è stata chiesta dal sindaco Andrea Cassani, che ha dedicato una diretta social alla questione. «Vi invito davvero a non fare allarmismo: è successo qualcosa ma non riusciamo a capire bene che cosa. So che Ats sta contattando le famiglie famiglie per capire appunto cosa hanno fatto, magari durante l’intervallo, magari erano insieme piuttosto che all’oratorio insieme».
Dal punto di vista dell’entità del fenomeno risultano 31 casi accertati, secondo i dati diffusi da Asst Valle Olona, e relativi agli ospedalizzati. Quattro sono stati trattenuti con ricovero notturno, poi dimessi a metà giornata di oggi, mercoledì 5 marzo. Altri invece hanno mostrato sintomi più lievi e sono stati curati a casa con indicazioni del pediatra.
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