Testimonianza dall’Ucraina in guerra, in collegamento con Varese anche il vescovo di Zaporizhzhia
Monsignor Maksym Ryabukha era in video collegamento in una sala piena di persone nell'incontro organizzato dal centro culturale Massimiliano Kolbe

«Sono commosso di vedervi così numerosi a condividere con noi il dramma di questa guerra. Ci aiutate a non sentirci soli». Monsignor Maksym Ryabukha, vescovo di rito greco-cattolico parla in collegamento da Zaporizhzhia in una sera dove, per il momento, non sentono gli scoppi delle bombe. Ad ascoltarlo, al salone Estense del comune di Varese un folto pubblico intervenuto all’incontro organizzato dal Centro Culturale Massimiliano Kolbe.
«Non vogliamo fare una discussione teorica – ha spiegato nell’introduzione Marco Pippione del Kolbe – Ma ascoltare il racconto di chi è testimone di questa guerra e opera per il bene di quel popolo».
Il primo a parlare è padre Volodymyr Misterman, impegnato nel sostegno pastorale dei 6000 ucraini che vivono nella nostra provincia. «Il mio pensiero è sempre là, dove vivono i miei cari. Ho due nipoti in guerra. Quando vengono mandati in prima linea mi scrivono un messaggio chiedendomi la benedizione. “Combattiamo, mi dicono – per la libertà del nostro Paese come i nostri antenati che si opponevano al regime comunista”».
La parola è poi passata ai due volontari dell’associazione Frontiere di pace di Villa Guardia, in provincia di Como. Il primo viaggio in Ucraina lo hanno fatto subito, dieci giorni dopo l’invasione russa. Da allora hanno effettuato 33 missioni in numerosi villaggi, alcuni dei quali sulla linea del fronte. In tre anni hanno trasportato oltre 200 tonnellate di generi alimentari, medicinali, abbigliamento.
«In questi viaggi – dicono – sono nati rapporti personali che si sono trasformati in vere amicizie. Gli aiuti materiali sono sempre indispensabili anche perché sono in continua diminuzione rispetto al passato ma ci rendiamo conto che la vera ricchezza che portiamo è un rapporto umano nato da un incontro: “Quando vi vediamo – ci dicono – capiamo che non siamo stati abbandonati”».

La serata è stata conclusa dal Vescovo Maksym: a tutti loro ha raccomandato di non perdere la vera speranza che può venire solo dalla certezza che Dio non abbandona mai l’uomo e che la storia è nelle mani di Dio. Ha poi terminato il suo intervento con un saluto in ucraino ai connazionali. Al termine sono stati raccolti fondi che contribuiranno ad acquistare una ambulanza per soccorrere i feriti al fronte.
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