“Giustizia privata e caccia allo straniero: il nostro no da cittadine varesine”
La lettera di due cittadine varesine, una riflessione che invita a interrogarsi sul rispetto dei diritti, sulla legalità e sul senso di comunità

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da due cittadine varesine che esprimono preoccupazione per episodi recenti verificatisi sul territorio, legati a forme di sorveglianza spontanea e iniziative non istituzionali in nome della sicurezza. Una riflessione che invita a interrogarsi sul rispetto dei diritti, sulla legalità e sul senso di comunità.
Caro Direttore,
siamo cittadine preoccupate per ciò che vediamo avvenire sul nostro territorio varesino:
organizzazione di ronde, inseguimenti e video trasmessi online con segnalazioni di persone sospettate di voler compiere reati, per non parlare di cartelli in cui si promettono taglie. Le persone oggetto di tanta prevenzione di reati sono prevalentemente immigrati, in genere di pelle nera.
Cosa giustifica tanta paura e violazione dei diritti individuali e della privacy ?
Chi sono coloro che si sentono in diritto di proteggere la cittadinanza da presunti reati? Su che base decidono chi è da segnalare?
Abbiamo forze dell’ordine predisposte a questo compito. La creazione di forze parallele, che non hanno un titolo ufficiale per svolgere questa sorveglianza ci sembra metta in discussione l’autorità \ autorevolezza delle stesse istituzioni competenti, oltre a mettere a serio rischio le persone che vengono di volta in volta stigmatizzate e messe sotto “sorveglianza\pressione”.
Il nostro è uno stato di diritto, ci sono leggi che perseguono chi compie reati e la modalità di prevenirli non è, a nostro parere, quella di creare un clima di paura, diffidenza e intolleranza.
Crediamo fermamente nel valore dell’accoglienza e della convivenza, nel pensare il nostro territorio capace di offrire a tutti, da qualunque parte del mondo provengano, uguali opportunità di vita dignitosa.
L’accoglienza e la convivenza vanno organizzate e creare un clima di persecuzione e sorveglianza dell’immigrato è distruttivo e non facilita la vita comunitaria.
Laura Magnani
Rosa Maria Bricchi
2 aprile 2025
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