James Taylor smette i panni del cantautore intimista e si avvicina al soft rock
Il disco precedente era stato accolto male, ma questo fu un successo
Abbiamo seguito l’inizio della carriera di James Taylor saltando Walking Man del 1974, il suo quinto album, che era stato un flop sia come critiche che come vendite. In qualche modo il nostro si stava spostando dal cantautorato “chitarra e voce” degli inizi verso qualcosa di un po’ diverso, che potremmo definire soft rock, ma il passaggio non era stato particolarmente gradito.
L’insuccesso però non gli fece cambiare direzione e bastò un album un po’ più focalizzato come questo Gorilla per fargli riacquistare le posizioni alte della classifica. Certo che se ci avessero detto qualche anno prima che James si sarebbe messo a incidere cover di Marvin Gaye non ci avremmo creduto, ma in verità How Sweet It Is rifatta da lui resta anche a distanza di anni assolutamente piacevole.
Il segreto in questi casi è non sbagliare i musicisti di supporto, ma lui questi problemi non ce li aveva: Crosby & Nash e sua moglie Carly Simon alle armonizzazioni, Randy Newman, Lowell George e un sacco di famosi sessionmen fra rock e jazz assicurarono una cura particolare che si sente eccome. Sarà il James Taylor che sentiremo da quel momento in poi.
Curiosità: Mexico ha sicuramente un testo particolare perché descrive le meraviglie di un posto, che sarà anche esotico ma era anche molto vicino a dove viveva lui… salvo dire alla fine che non c’era mai stato!
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