“Sapevo della mancanza di materiali negli ospedali della Sette Laghi, ma non quanto la situazione fosse tragica”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera sfogo di una ex dottoressa in cura all'ospedale di Varese per una patologia oncologica

Da gennaio raccontiamo le difficoltà nelle corsie e ambulatori degli ospedali dell’Asst Sette Laghi per problemi nell’appalto esterno della logistica, trasporto e distribuzione di farmaci e presidi. Riportiamo la lettera di un ex medico ospedaliero in cura per una patologia oncologica
Buongiorno, sono un medico ex dipendente dell’Azienda ASST Sette laghi, attualmente in pensione, ma sono soprattutto una paziente oncologica, assistita da tempo con grande professionalità dai Medici e dagli Infermieri, ai quali va tutto il mio plauso, non solo per la loro professionalità, ma per l’empatia e l’accoglienza che viene ogni giorno elargita a noi pazienti “fragili”.
Ho letto più volte sul vostro quotidiano online della mancanza di materiale che si protrae da mesi, ma non potevo immaginare quanto fosse tragica la situazione sino questa mattina quando, recandomi per il prelievo venoso che effettuo mensilmente, arriva la comunicazione da parte del meraviglioso personale infermieristico, che non finirò mai di ringraziare, che avrebbero potuto procedere ai prelievi venosi, sinché avrebbero avuto a disposizione butterfly o altri presidi per effettuare prelievi. Grande sconforto e paura iniziale di non rientrare tra quelli da sottoporre al prelievo, anche perché il giorno successivo sarebbe seguito l’ennesimo controllo oncologico con il proseguimento della terapia, dopo esito esami.
Ecco il mio numero è stato chiamato e allora allo sconforto si è aggiunta la comprensione del personale per mancanza di rispetto del lavoro di chi ogni giorno con professionalità e abnegazione presta il proprio tempo a chi “combatte” per vivere una vita dignitosa in “compagnia” del cancro.
Ritengo che questa grave mancanza, che non trova una soluzione immediata, sia una mera vergogna in una Sanità che dispone di personale altamente qualificato e che si perde nella mancanza di presidi essenziali. Non meravigliamoci se i professionisti fuggano all’estero o siano demotivati se quotidianamente debbano lottare per avere il necessario per svolgere con serenità il loro già difficile lavoro.
Chiedo pertanto come “paziente oncologico”, come medico, come cittadino, come Essere Umano che comprende le difficoltà di chi lavora nella Sanità, che si risolva al più presto questa situazione e che si dia una spiegazione plausibile di questo increscioso disservizio.
Ringrazio ancora il Personale che continua ad assistere con empatia e sacrificio, nonostante le difficoltà.
Donata Potito pediatra
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Buongiorno, purtroppo quanto viene descritto in questa lettera è una situazione che si protrae da mesi. La sanità lombarda è scaduta moltissimo negli ultimi anni e i servizi sono ormai ridotti. E’ scandaloso ma si fa fatica a dirlo arroccandosi dietro a prese di posizioni ideologiche e non guardando i dati e la realtà.