Astuti critica l’intervento dei carabinieri nella vigilanza delle liste d’attesa: “La giunta è nel caos”
Il consigliere dei Democratici considera questa scelta un modo per scaricare sui medici ogni responsabilità dell'attuale sistema
«Regione Lombardia ha abdicato al suo ruolo di garante del diritto alla salute». La decisione della giunta Fontana di sottoscrivere un accordo con i carabinieri dei NAS coinvolti nel controllo e monitoraggio delle attività di smaltimento delle liste d’attesa viene criticata dal consigliere PD Samuele Astuti: «Fino a ieri dicevano di avere tutto sotto controllo e ora chiamano in causa addirittura i carabinieri. Quando perfino un presidente dell’Ordine dei medici arriva a denunciare pubblicamente che la Regione ha ‘abdicato al suo ruolo’, non siamo più solo di fronte a una criticità, ma davanti a un’emergenza politica e istituzionale: la giunta lombarda è nel caos e ha perso il controllo della sanità lombarda».
«Coinvolgere i Nas per controllare le liste d’attesa, come fosse un problema di ordine pubblico e non di risorse e programmazione, è il segno di un’amministrazione che ha smesso di fare il proprio mestiere, significa certificare il proprio fallimento – aggiunge il consigliere dem -. Invece di investire risorse, rafforzare gli organici, mettere mano alla programmazione, questa giunta sceglie di scaricare la responsabilità sui medici, gli stessi che ogni giorno mandano avanti ospedali e ambulatori tra mille difficoltà. È una incredibile ammissione di debolezza e un’accusa all’assessore al Welfare di non avere raggiunto i risultati attesi, gettando inoltre un’ombra generalizzata sul personale sanitario che certamente non può essere considerato responsabile di una situazione che fa capo a chi governa la Regione da trent’anni. Pesano forse anche i quarantasei milioni di euro statali non spesi dalla Lombardia per recuperare i ricoveri rimasti in arretrato nei tempi del Covid. Le verifiche andrebbero fatte piuttosto in Giunta, per evidenziare gli errori commessi in questi anni di mancata programmazione, svuotamento della medicina territoriale, non trasparenza delle agende e assenza del Cup unico».
«Serve un cambio di rotta netto: più trasparenza, più investimenti nel pubblico, una vera governance delle liste d’attesa. Non servono capri espiatori, serve assumersi la responsabilità politica di anni di smantellamento della sanità pubblica lombarda» conclude Astuti.
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