Biografia inquieta di un personaggio femminile. Omaggio nel ventesimo anniversario dalla scomparsa di Floriano Bodini
La mostra sarà inaugurata al Museo Civico Floriano Bodini Domenica 25 maggio alle ore 17.30. L’opera, realizzata in bronzo nel 1976, è significativa della produzione intensa e proficua dello scultore

Domenica 25 maggio alle ore 17.30 sarà inaugurata al Museo Civico Floriano Bodini la mostra Biografia inquieta di un personaggio femminile. Omaggio nel ventesimo anniversario dalla scomparsa di Floriano Bodini a cura di Sara Bodini, Lara Treppiede, Caroline Vezzani. L’opera, realizzata in bronzo nel 1976, è significativa della produzione intensa e proficua dello scultore e permette di cogliere diversi aspetti delle tematiche affrontate dall’artista e instaurare un dialogo aperto con il pubblico.
La mostra è corredata da una selezione di litografie sullo studio del soggetto dell’opera e dall’apparato fotografico dedicato all’opera di Bodini, realizzato da Emilio Frisia (Merate, 1924 – Milano, 2004) introdotto dal testo critico a firma del fotografo Daniele Re (Lumis Arte).
Nel corso dell’esposizione sono in programma eventi culturali, performance, concerti e visite guidate, proposti anche nel programma del Festival Archivifuturi.
Nel ventesimo anniversario dalla scomparsa di Floriano Bodini (Milano 8 gennaio 1933 – Gemonio 2 luglio 2005) il museo a lui intitolato, nel cuore storico del suo paese d’origine, lo ricorda con l’esposizione dell’emblematica opera Biografia inquieta di un personaggio femminile, fusa in bronzo nel 1976. Un’unica scultura proposta al pubblico, un lavoro che, passati decenni dalla sua realizzazione, risulta moderna nella cifra stilistica di Bodini, ma soprattutto nel significato, nel messaggio, nella capacità di esprimere una dimensione sociale attuale. Una figura femminile che solca il tempo, che accoglie il visitatore in un dialogo rivolto al futuro. – (Lara Treppiede)
Nel 1976 Floriano Bodini porta a termine, dopo almeno tre anni di lavoro, la Biografia inquieta di un personaggio femminile, una scultura che nasce non solo come ritratto, ma come sedimentazione di una vicenda personale profonda. L’opera, ispirata a Wanda Broggi – sua prima moglie, conosciuta nel 1959 all’Accademia di Brera e madre della primogenita Paola, nata nel 1964 – è il culmine di un processo interiore e affettivo che si era andato complicando negli anni. Bodini, già nel 1970, inizia a lavorare ad alcune opere che prefigurano questa, col titolo di Instabile equilibrio. Un “equilibrio instabile” anche nel legame con Wanda, che si interrompe nel 1974. (…) Un’opera che si svincola dunque dalla vicenda biografica, per aprire una riflessione non solo sul rapporto erotico e sentimentale, ma anche sul ruolo sociale della donna. Infatti, come scrive l’artista: «è una scultura somma di molti fatti, di numerosi problemi che si accavallano, da quello dell’emancipazione della donna a quello del rapporto tra uomo e donna. In questa scultura ho cercato di far emergere le contraddizioni di questa “liberazione”, le tensioni reali femminili, che fervono, e il loro scontrarsi con la mentalità dell’uomo che lavora (…), il dilaniarsi della figura femminile tra il duplice ruolo ‘familiare’, che la storia le ha assegnato, e quello ‘diverso’ e ‘nuovo’, al di fuori della famiglia. Questa scultura mi è costata molta fatica». – (Sara Bodini)
Negli ultimi anni di attività Frisia riordina il proprio archivio in una serie di album tematici: “racconti per immagini” della propria vita. Tra questi ve ne è uno interamente dedicato al lavoro dello scultore Floriano Bodini, che conserva le fotografie realizzate per documentare le opere dell’amico, finalizzate alla pubblicazione nei suoi cataloghi. La collaborazione tra i due è ricca e proficua, tanto che di alcune sculture Frisia documenta le diverse fasi di lavorazione: dal modello in plastilina a quello in gesso fino all’opera in bronzo, come accade per Ritratto di un papa. Sfogliando queste pagine sembra che le inquadrature di Frisia descrivano un progressivo avvicinamento al fulcro espressivo delle sculture. Nel caso di Biografia inquieta di un personaggio femminile sono la tensione fisica nelle dita del piede e il sandalo con il cinturino slacciato, il profilo classico della donna col naso dritto e prominente, le parti “meccaniche” che compongono l’ippogrifo, lo sguardo profondo della scimmia e quello vivo della ragazza. – (Daniele Re)
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