Rondini in volo tra Italia e Svizzera: un progetto transfrontaliero per proteggerle
Questo romantico uccello annuncia l'arrivo della bella stagione e anche quest’anno le rondini sono tornate a solcare i cieli del Verbano

Anche quest’anno le rondini sono tornate a solcare i cieli del Verbano, annunciando l’arrivo della bella stagione. Questi uccelli migratori, simbolo della primavera e del profondo legame tra uomo e natura, sono al centro di un’attività di monitoraggio promossa da Istituto Oikos nell’ambito del progetto ECO4TICINO, finanziato dal Programma di cooperazione “Interreg VI-A” Italia–Svizzera.
L’iniziativa si svolge in continuità e coordinamento con le attività già presenti da tempo nel Piano di Magadino, in Canton Ticino, dove la raccolta dati è portata avanti grazie all’impegno di Ficedula, Fondazione Bolle di Magadino e Fondazione del Parco del Piano di Magadino.
Il monitoraggio si concentra sulla presenza di rondini in aree urbane e rurali del territorio, con l’obiettivo di raccogliere dati aggiornati sulla distribuzione e lo stato delle colonie nidificanti. La specie costruisce i propri nidi in ambienti antropizzati, spesso sotto cornicioni, portici, balconi e all’interno di stalle. Dopo aver trascorso l’inverno nell’Africa subsahariana, le rondini tornano ogni anno in Europa per riprodursi negli stessi siti, mantenendo uno stretto legame con le attività umane.
Oltre alla raccolta dati, il progetto ha anche un’importante componente divulgativa e di sensibilizzazione: coinvolgere la popolazione e renderla consapevole del valore ecologico e culturale di questi animali è fondamentale per garantirne la tutela. La presenza di nidi può talvolta essere fraintesa e portare alla loro rimozione, un gesto che costituisce reato e può comportare sanzioni. Al contrario, la presenza delle rondini è un indicatore di buona qualità ambientale e una preziosa testimonianza della coesistenza tra uomo e natura.
Purtroppo, negli ultimi decenni, questa specie ha subito un progressivo declino in gran parte d’Europa, anche a causa della perdita di siti idonei alla nidificazione.
Grazie al contributo dei soci del Gruppo Insubrico di Ornitologia e alle attività di ricerca sul campo, sono stati individuati numerosi siti di nidificazione nel territorio, che saranno oggetto di monitoraggio da maggio ad agosto, contribuendo a una visione condivisa della biodiversità tra le due sponde del Lago Maggiore. Un sincero ringraziamento va anche alle strutture agricole dell’area che hanno scelto di collaborare, consentendo l’accesso ai nidi e favorendo concretamente la conservazione di questa specie emblematica, ma anche ai privati cittadini, che hanno accolto con disponibilità l’attività di monitoraggio nelle loro proprietà, e alle istituzioni locali che hanno dimostrato interesse per il progetto.
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