Francesco Rezzonico incontra il difensore in carcere, “stato di profonda sofferenza”
Mercoledì l’udienza di convalida del fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario pluriaggravato. Quella frase indirizzata al padre di fronte agli inquirenti: «Se lo meritava»

Colloquio in carcere col difensore per Francesco Rezzonico, il 24.enne che dalla serata di domenica è accusato di aver ucciso il padre Boris, 57 anni nell’abitazione della madre, a Luino. Parole, il sospettato ne ha pronunciate poche già dinanzi al pubblico ministero Carlo Parodi che l’ha interrogato alla presenza di un legale (d’ufficio, Andrea Pusceddu nell’immediatezza dei fatti, la notte seguita all’omicidio).
«Parziali ammissioni». Che nel gergo giudiziario si intendono come parole di chi alla fine, trovato con un’arma in mano, ha perlomeno la forza di dire qualcosa, magari non proprio a sua difesa, come quella frase indirizzata al padre: «Se lo meritava». Per chiudersi subito dopo nel più profondo mutismo. Passata una notte, passan due notti da rinchiuso, Ammanuel Francesco è oggi detenuto ai Miogni (foto) in attesa che il giudice per l’udienza preliminare secondo i termini di legge convalidi il provvedimento col quale la Procura ha imposto venisse privato della libertà perché pericoloso, e concreta – dunque pericolosa – è l’ipotesi che il ragazzo potesse profittare della confidenza coi confini di Stato per poter fuggire all’estero, in Svizzera per esempio, Paese di cui gli è cittadino.
Rezzonico appartiene a un’area anarchica dura, quella delle occupazioni, dell’area antagonista «contro», intransigente verso l’autorità costituita. Un’appartenenza che da sempre ha manifestato, anche quando era a piede libero, anche in tribunale a Varese per procedimenti per reati minori, frasi pronunciate con spavalderia contro lo Stato e i giornalisti che gli chiedevano conto. Un lasso temporale anche recente, passato dal momento di quei fatti, che tuttavia non ha nulla a che fare con quanto avvenuto nella casa al secondo piano di via Vittorio Veneto a poche decine di metri dalle acque blu del lago.
Il giovane ha incontrato nella tarda mattinata di martedì il suo legale, Eugenio Losco, avvocato che difende e ha difeso imputati anche eccellenti, di «area», vedi Alfedo Cospito, vedi Ilaria Salis. Incontro in un momento difficile dell’indagato. «No, non abbiamo parlato», dice il legale, «ancora non ce la fa».
Rezzonico accetta la difesa, certo «anche se sta attraversando un momento di sofferenza estrema». Altro non c’è da dire, neppure un abbozzo di linea difensiva: si vedrà mercoledì, di fronte al giudice che cosa avrà da spiegare Rezzonico, se parlerà, se vorrà spiegare il motivo di questo gesto terribile.
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