Il sindaco di Laveno Mombello: “Sul passaggio a livello delle Nord nessuna risposta dalla Provincia”

L'amministrazione vorrebbe mantenere aperto il passaggio sulle rotaie FerrovieNord, Santagostino denuncia lo scarso coinvolgimento della Provincia. Ma c'è anche il fronte del cavalcavia sul Boesio. Magrini: "Soluzione del Comune inaccettabile"

Ultimati i lavori stradali a Laveno Mombello. riapre il transito verso Cittiglio

Conclusi i lavori per il sottopasso Alptransit rimane il problema della viabilità in Via Garibaldi.

Lunedì 14 luglio, dopo quasi due anni  è stato riaperto il tratto tra Cittiglio e Laveno interessato dal cantiere per la costruzione del sottopasso AlpTransit.
«Una delle opere più importanti realizzate dalla Provincia negli ultimi 15 anni, con un investimento significativo» ha sottolineato il presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, durante la conferenza di presentazione a Villa Recalcati, lodando l’impegno dei tecnici e facendo il punto sul progetto che ha coinvolto il Comune di Laveno Mombello, Rfi e Provincia.

Un’occasione per fare il punto anche sullo stato di avanzamento dei lavori per la soppressione del passaggio a livello in via Garibaldi, un tema molto controverso per l’amministrazione di Laveno Mombello che vorrebbe mantenere aperto il transito ai veicoli. 

Il sindaco Luca Santagostino rinnova quindi l’invito a un confronto per trovare una soluzione condivisa: «Abbiamo finanziato un nuovo progetto – spiega – e lo abbiamo discusso con FerrovieNord, che ci ha dato l’assenso per la riapertura del passaggio a livello. Ma dalla Provincia, nulla: nessuna risposta, nessuna apertura al confronto».

Il secondo motivo di contrasto rimane il cavalcavia del Boesio.

Lidea iniziale della Provincia era quella di sviluppare un collegamento viario diretto verso la zona del Gaggetto, realizzando un nuovo ponte a doppia uscita con un investimento da 2,4 milioni di euro. Il progetto prevedeva anche l’abbattimento del vecchio cavalcavia nei pressi della stazione Rfi, oggi monitorato con sensori a causa del suo stato di deterioramento e della struttura non adatta al traffico pesante.

A fermare l’intervento, però, è stato un parere contrario espresso in conferenza di servizi e, soprattutto, dalla Soprintendenza, che ha riconosciuto al vecchio ponte un valore storico e architettonico, in quanto parte del tracciato dell’ex trenino che serviva le ceramiche Monterosa e il Lago.

«Avevamo cercato un compromesso – ha spiegato il presidente della Provincia Marco Magrini – proponendo di conservare una parte del cavalcavia a uso pedonale e costruire un nuovo ponte per i veicoli, ma l’attuale amministrazione comunale non ha accettato questa soluzione».

laveno mombello

Un progetto di riqualificazione del vecchio ponte, già elaborato in passato, prevedeva un intervento complessivo da oltre 6 milioni di euro, ma avrebbe comportato modifiche sostanziali alla struttura originaria.
L’alternativa ipotizzata dal Comune, ovvero mantenere aperto il passaggio a livello di via Garibaldi almeno in una direzione, non è ritenuta praticabile dalla Provincia per motivi di sicurezza e per l’impatto sul traffico lungo la nuova viabilità:

«L’attuale amministrazione comunale preferisce convogliare il traffico – sia leggero che pesante – lungo via Ceretti e via Labiena, e continua a chiedere che il passaggio a livello delle FerrovieNord rimanga aperto almeno in una direzione. Una richiesta che la Provincia giudica inaccettabile, per ragioni di sicurezza e per il potenziale impatto sul traffico della nuova viabilità realizzata», sottolinea Magrini. 

La replica del primo cittadino Luca Santagostino non si è fatta attendere.

«È falso dire che abbiamo rifiutato 2,4 milioni di euro per un ponte che avrebbe risolto la viabilità. Quel progetto, nella sua seconda versione, prevedeva il declassamento del cavalcavia del Boesio a strada pedonale, scaricando al Comune tutti gli oneri di manutenzione, stimati tra i 2,5 e i 6 milioni di euro. Il primo progetto, poi bocciato dalla Soprintendenza, lo avevamo sostenuto, ma la seconda ipotesi era inaccettabile».

«Quel ponte non avrebbe risolto nulla per la viabilità locale, avrebbe solo aggravato la situazione permettendo l’accesso dei mezzi pesanti da Sesto Calende verso Laveno, cosa oggi impedita. Per questo abbiamo rifiutato: era un progetto sbagliato, che avrebbe messo sulle spalle del Comune un costo ingestibile». 

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Pubblicato il 18 Luglio 2025
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