“Non è solo manodopera a basso costo”: il ciclo-viaggio asiatico di Pietro Franzese nel mondo della bici
Il viaggiatore è stato protagonista a Materia Spazio Libero tra biodiversità, avventura, sostenibilità e scoperta passando per la Via delle Api e il cicloturismo

Ospite a Materia Spazio Libero, in dialogo con Raffaele Piscopiello, Pietro Franzese, uno dei volti emergenti del cicloturismo italiano. Brianzolo, spirito libero e viaggiatore solitario, condivide le sue esperienze in sella con autenticità e passione: “Il mio scopo nella vita è portare più gente possibile in bici”.
Il viaggio come conoscenza: “La bici ti fa stare da solo”
Il viaggio in bicicletta è spesso un’esperienza solitaria, come racconta Franzese: “Si sta tanto soli, specialmente in Cina. Per 16 giorni non ho parlato con nessuno che non fosse la reception dell’hotel, e comunque solo con il traduttore”. Un isolamento che diventa anche forma di introspezione: “Quando qualcuno si avvicina a te, sei sicuro che succederà qualcosa di bello”.
Alla scoperta dell’industria della bicicletta
Il cicloturista ha visitato otto aziende del mondo bike, spesso trovando le porte chiuse ai media: “Le aziende non vogliono far vedere tutto quello che c’è dietro. Niente foto agli stabilimenti”. Eppure lì, in quei Paesi asiatici, si producono bici che hanno vinto il Tour de France: “Testate in Italia, ma prodotte a Bangkok”. “Non è solo manodopera a basso costo – sottolinea – sono davvero bravi in quell’area del mondo, è economia di mercato avanzata”.
Taiwan, paradiso del cicloturismo
“Taiwan è una sorpresa incredibile. La bici è molto sentita, esistono piste ciclabili vere, non come quelle italiane. E anche se non siete allenatissimi, merita davvero”. Soprattutto la costa est, 450 chilometri di bellezza pura, è rimasta nel cuore del ciclista brianzolo, molto più della Thailandia, da cui si aspettava di più.
Un impegno concreto: World Bicycle Relief
Franzese crede nel potere sociale della bici. Parla con entusiasmo del progetto World Bicycle Relief, nato dopo lo tsunami del 2004: “Hanno creato la Buffalo Bike, una bici indistruttibile, con copertoni antiforatura e portapacchi da 120 chilogrammi. Le distribuiscono a donne, studenti e operatori sanitari nei Paesi in via di sviluppo”. “Più che mandare soldi a una onlus – continua – preferisco sostenere chi fornisce bici e forma le persone. Così si insegna anche un lavoro. È un sistema che funziona”.
La Lombardia come laboratorio ciclabile
“Treno e bici è la combinazione perfetta in Lombardia”, dice. Da Milano a Lecco lungo il Canale Martesana e l’Adda sono 70 chilometri ciclabili, pianeggianti e pieni di storia: “Da Vinci ha progettato chiuse in quella zona, e c’è anche il Santuario della Madonna della Rocchetta a Paderno d’Adda”. Dal Lago di Como parte poi il Sentiero Valtellina: “Da Colico si può arrivare fino a Bormio seguendo il fiume. Sono 115 chilometri, tutti su pista ciclabile e serviti dal treno”.
Il mondo è piccolo per chi pedala
Il viaggiatore ha attraversato l’Irlanda lungo la Wild Atlantic Way, ha esplorato l’entroterra siciliano per un documentario su Amazon Prime, ha toccato la Scandinavia, gli USA, e presto arriverà in Estonia. “Quando viaggi tanto all’estero e torni in Italia… beh, capisci che viviamo in un paese bellissimo”. Sorprendentemente, racconta che “negli USA, paese della macchina, i ciclisti sono più rispettati. In Scandinavia, l’accoglienza è speciale: quando viaggi in bici attiri simpatia”. In Italia il potenziale è grande, “ma non lo sfruttiamo, non lo indaghiamo”.
Tecnologia, fatica e fiducia
Franzese viaggia con una bici apparentemente perfetta, ma nulla è esente da problemi: “Ho staccato un raggio per un difetto di produzione. Ho squarciato un copertone nel deserto”. Sull’elettronica è chiaro: “Il cambio elettronico va bene su asfalto in buone condizioni, se è controllato. Niente file, niente sabbia”, raccomanda la massima manutenzione e non vi farebbe affidamento in aree desertiche.
Il lato umano del viaggio
Il ciclista non cerca la performance: “Non voglio dire quanti chilometri faccio, non sono così egocentrico. Porto la mia esperienza e i miei errori. Cerco il più possibile di essere vero, e forse questo piace”. Anche nei momenti di crisi non molla: “Le gambe vanno, ma la testa no. Nei video si vede che non ho voglia, ma lo faccio lo stesso. Perché mi ricordo com’era quando non ero felice in ufficio”. Franzese è attivo su Instagram e YouTube, ma con uno stile personale: “Voglio offrire esperienze di viaggio per essere utile. Tutti vorremmo parlare di noi stessi, ma è ancora più bello essere utili a chi vuole iniziare a viaggiare in bici”.
Ad introdurre l’evento, da Materia Spazio Libero alle 18.30 di mercoledì 2 luglio la prima camminata lungo la Via delle Api, il percorso didattico di due chilometri inaugurato lo scorso 30 giugno. A guidare i partecipanti tra la biodiversità e il mondo delle api, il direttore di Varesenews Marco Giovannelli. Al termine della passeggiata dedicata ai soci di Anche io APS un aperitivo in compagnia, in attesa delle vicende di Pietro Franzese.
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