Ordini in crescita per le macchine utensili nel secondo trimestre 2025
UCimu-Sistemi per produrre: +22% su base annua. Rimbalzo del mercato interno (+70,3%), ma il contesto resta incerto. Riccardo Rosa: "Aprire tavolo di confronto sulle esigenze delle imprese manifatturiere"
Nel secondo trimestre del 2025, il settore delle macchine utensili italiane registra un nuovo segnale positivo. L’indice degli ordini elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per produrre segna un incremento del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo un valore assoluto di 64,4 (base 100 nel 2021). A trainare il dato è soprattutto il forte rimbalzo del mercato domestico, che fa segnare un +70,3% (indice a 54,0), mentre il mercato estero cresce del 9,5% (indice a 74,6).
ORDINI POSITIVI
«I costruttori italiani di macchine utensili rilevano da quattro trimestri consecutivi un andamento positivo della raccolta ordini – ha dichiarato Riccardo Rosa, presidente di Ucimu sistemi per produrre -. Nonostante ciò, le preoccupazioni restano perché le condizioni di contesto peggiorano con il passare dei mesi». Il balzo degli ordini interni, ha spiegato Rosa, va letto anche in relazione al confronto con un trimestre, quello dell’anno scorso, particolarmente negativo.
«L’incremento registrato dai costruttori sul mercato interno è tale anche e soprattutto perché si confronta con un trimestre davvero disastroso, il peggiore degli ultimi 10 anni a esclusione di quello del 2020 che coincideva con l’esplosione della pandemia».
IL FRONTE INTERNAZIONALE
Le incognite si moltiplicano sul fronte internazionale. «Le ultime dichiarazioni del presidente Trump e la lettera alla presidente della Commissione Europea con l’annuncio di nuove aliquote daziali per i prodotti Ue sono sconfortanti – ha commentato Rosa -. Ancora una volta noi imprenditori del manifatturiero dobbiamo mantenere i nervi saldi e attendere gli sviluppi, ben sapendo che l’atteggiamento del presidente degli Stati Uniti è a dir poco imprevedibile». Il presidente di Ucimu ha auspicato che le autorità europee siano in grado di riportare il confronto su binari negoziali. Ma ha anche avvertito: «A questo punto però non possiamo più prescindere da un piano alternativo nel caso in cui il dialogo non porti ai risultati sperati».
Rosa ha inoltre ribadito che l’incertezza è «il primo fattore di blocco agli investimenti in tecnologie di produzione», e ha invitato Bruxelles ad accelerare sugli accordi di libero scambio con paesi emergenti, specialmente in Africa e Asia. Allo stesso tempo, ha chiesto interventi per «limitare la burocrazia a favore dei player economici che risiedono e operano nel Vecchio Continente».
AUTOMOTIVE E POLITICA INDUSTRIALE
Un passaggio rilevante è stato dedicato all’automotive. «Non siamo contrari alla transizione verso forme di mobilità alternative all’endotermico, ma riteniamo che questo passaggio debba essere affrontato senza pregiudizi: facendo valere il principio di neutralità tecnologica, fissando gli obiettivi di riduzione delle emissioni e lasciando libero il mondo delle imprese di scegliere le tecnologie per raggiungerli».
In chiusura, Rosa ha rilanciato il tema della politica industriale interna: «Con l’auspicio che Transizione 5.0 possa ancora godere di una proroga oltre il 31 dicembre, sottolineiamo la necessità di aprire appena possibile un tavolo di confronto sulle esigenze delle imprese manifatturiere. Ucimu è disponibile a partecipare ai gruppi di lavoro che speriamo possano portare a un nuovo piano programmatico di sostegno all’evoluzione del manifatturiero del Paese».
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