“Qui dove ballavamo” (e qualcuno ci si è pure sposato): addio al Charlie, la prima discoteca della Valcuvia

Mattone dopo mattone, svanisce l’amarcord del sabato sera: al posto della sala da ballo, poi ristorante e residenza per anziani e migranti sorgerà un supermercato. Lo champagne nel 1982 per il tricolore di ciclismo di Pierino Gavazzi

Generico 28 Jul 2025

Mattone dopo mattone, vengono giù anche i ricordi. Scompaiono luoghi simbolo, magari solo di passaggio, troppo giovani per rappresentare qualcosa di più di ciò che è stato, e da proteggere, per esempio con Soprintendenze o simili. Così anche la Bussola 2 viene abbattuta.

Sui social la vicenda non è passata inosservata: l’area del cantiere è infatti in fregio alla statale, visibile da migliaia di automobilisti. In passato, anni dopo la chiusura dell’esercizio pubblico, la struttura venne impiegata come residenza per richiedenti asilo. Oggi i lavori in corso riguardano la demolizione di una parte dell’immobile, propedeutica alla realizzazione di una superficie commerciale di un noto marchio della grande distribuzione organizzata.

Una soluzione che farà storcere il naso ai romantici, ma che si traduce in una domanda concreta: ammesso che far tornare a prato l’intero fondovalle sia una visione tanto meravigliosa quanto utopica, è possibile migliorare l’esistente se questo è diventato ricettacolo di sporcizia, dormitorio per sbandati e rifugio per colonie di roditori? La risposta è sì.

E non è una risposta improvvisata. Come conferma il sindaco Giorgio Piccolo, si tratta di una pratica edilizia in gestazione da anni, oggi in fase attuativa. «Questione di mesi», annuncia il primo cittadino, parlando anche di interventi per il traffico: rifacimento dei marciapiedi e nuova immissione sicura sulla Statale 394 della Valcuvia.

Informazioni che non cancellano però la nostalgia per quei tempi dal sapore d’amarcord, tra telefoni a gettone e radio libere, viatico sociale al passaggio dal liscio e rock, da balera a “Disco“. Chiamatela “Joly”, “Bussola Due”, “Albergo San Giacomo”, ma per chi ha vissuto certi anni è il “Charlie”, la prima vera discoteca della Valcuvia. Si faceva la fila per entrare, sotto la piccola tettoia rossa della biglietteria che si notava già arrivando da Cittiglio.

Secondo i più informati, l’immobile fu costruito tra il 1968 e il 1972 con il nome “Joly” (anche se tutti dicevano “Giolli” con due L). Tra il 1995 e il 2000 diventò “Bussola 2“, rilevato dagli stessi titolari della Bussola di Cittiglio. Il ristorante era rinomato, considerato il migliore della valle.

E poi arrivò la febbre del sabato sera.
Negli anni ’80, nei sotterranei con la scala a chiocciola, la discoteca “Charlie” attirava giovani anche da Luino, Gavirate e Besozzo, in concorrenza con il Moulin Rouge di Laveno.

C’è chi si è conosciuto lì, fra divanetti e strobo, il drink in mano e la luce al minimo. E c’è chi si è poi sposato e “spostato“ al piano di sopra, fra i  “bacio-bacio” gridati ai tavoli del ristorante con le tovaglie della domenica.

E salta fuori anche l’immancabile chicca sportiva. Nel 1982, per la Tre Valli Varesine che quell’anno valeva come campionato italiano di ciclismo vinto da Pierino Gavazzi, a Besozzo, l’intera squadra Atala-Campagnolo alloggiava proprio lì. Il ricordo è ancora vivido: i brindisi sul piazzale con atleti, meccanici e dirigenti.
Altro che gintoneria. «Charlie addio, ché c’hai fatto sognare».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Luglio 2025
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