Installato un pacemaker senza cavi a una paziente della cardiologia di Tradate
La paziente è stata trasferita all'ospedale di Varese per sottoporsi all'intervento eseguito dallo stesso primario della cardiologia del Galmarini

È stato impiantato un pacemaker senza cavi a un paziente della cardiologia di Tradate. Si tratta di un dispositivo di ultima generazione utilizzato, solo recentemente, nei principali centri cardiologici.
La paziente, ricoverata nella cardiologia di Tradate, reparto diretto dal dott. Massimo Bignotti, è stata trasferita a Varese per sottoporsi alla procedura, eseguita dallo stesso Bignotti con il supporto di un tutor, il Dott. Luca Bontempi, Direttore della Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione Cardiaca della Cardiologia dell’Ospedale “Bolognini” di Seriate.
«Il pacemaker senza cavi, impiantato direttamente all’interno del cuore senza elettrocateteri, è particolarmente utile in pazienti con fibrillazione atriale permanente e bradicardia – spiega Bignotti – in coloro che hanno avuto complicanze infettive o problemi di accesso venoso con dispositivi tradizionali, e nei pazienti fragili per i quali una procedura mini-invasiva è preferibile. Nel caso specifico, l’impianto di un pacemaker tradizionale non era possibile, la paziente aveva infatti subito in passato interventi sulla valvola tricuspide con posizionamento di un anello protesico, che avrebbe impedito il passaggio di un catetere convenzionale. La soluzione senza cavi ha dunque rappresentato l’unica alternativa sicura ed efficace, permettendo di superare un ostacolo tecnico altrimenti insormontabile».
La Dott.ssa Battistina Castiglioni, Direttore del Dipartimento CardioToracoVascolare della Sette Laghi, sottolinea la trasversalità dell’offerta di cura a livello aziendale: «Sono particolarmente orgogliosa di questo intervento, perché dimostra la grande maturità raggiunta dal mio Dipartimento, in cui non solo operano professionisti dalle grandi competenze e dalla spiccata propensione all’innovazione, a partire dal Dott. Caravati, che ha fatto da apripista, al dott. Bignotti, che non ha perso l’opportunità che gli si è presentata, ma che sa davvero mettere a sistema la miglior cura possibile per ogni singolo paziente unendo gli spoke alla sede hub senza soluzione di continuità».
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