Neomamme seguite a casa: Sette Laghi e Valle Olona attiveranno il servizio ostetrico post-parto a domicilio

Ciascuna azienda riceverà da Regione Lombardia 47.000 euro per avviare il progetto. La prima visita post-partum a domicilio in tempi rapidi per intervenire su bisogni sanitari, emotivi e sociali

Avarie

Un’ostetrica che bussa alla porta nei primi giorni dopo il parto, pronta ad accompagnare la neomamma nella nuova avventura della genitorialità. È il cuore del progetto sperimentale avviato da Regione Lombardia, che introduce un servizio di assistenza ostetrica domiciliare per le donne che hanno appena partorito. L’iniziativa, sostenuta con un finanziamento di 500mila euro, durerà dodici mesi e coinvolgerà sette province lombarde.

Un aiuto concreto nei primi giorni dopo il parto

Il progetto pilota, intitolato “Continuità assistenziale ostetrica: la prima visita domiciliare dopo il parto”, nasce per garantire un supporto tempestivo, sanitario ma anche emotivo e pratico, in una delle fasi più delicate della vita familiare: il rientro a casa con il neonato.

«Con questo progetto entriamo nelle case delle famiglie – sottolinea l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso –. La visita a domicilio dell’ostetrica è un gesto di attenzione e vicinanza che aiuta la mamma, il bambino e tutta la famiglia a vivere in modo più sereno i primi giorni insieme. È un investimento sul benessere e sulla prevenzione, ma anche un tassello della nostra battaglia contro l’inverno demografico».

Dove parte la sperimentazione e come funziona

La fase pilota si svolgerà nelle province di Varese, Como, Pavia, Sondrio, Brescia, Bergamo e Milano, coinvolgendo le ASST e IRCCS del territorio. Tutte le donne che partoriscono nei punti nascita degli enti aderenti potranno ricevere una visita domiciliare di un’ostetrica entro pochi giorni dalla dimissione. Le due Asst Sette Laghi e Valle Olona in provincia di Varese otterranno 47.000 euro ciascuna per attuare il progetto.

Il servizio sarà attivato secondo un sistema di priorità, valutate già durante il ricovero ospedaliero:

  • Entro 7 giorni per le situazioni a bassa priorità (supporto universale);
  • Entro 3-5 giorni per quelle a media o alta priorità (supporto selettivo o dedicato).

L’ostetrica avrà il compito non solo di monitorare la salute della mamma e del neonato, ma anche di valutare il contesto familiare, eventuali fragilità psicosociali e attivare, se necessario, altri specialisti come ginecologi, pediatri o psicologi.

Obiettivi e indicatori: puntare alla prevenzione

Oltre alla gestione dell’allattamento e ai controlli clinici, le visite mirano a prevenire le riammissioni ospedaliere e intercettare precocemente segnali di disagio emotivo, come la depressione post-partum, che colpisce una donna su dieci.

Il progetto punta a raggiungere:

  • Almeno il 70% di adesione tra le donne che partoriscono nei punti nascita coinvolti;
  • Almeno il 70% di visite effettivamente effettuate tra le aderenti;
  • Tassi di allattamento al seno a 1, 3 e 6 mesi pari o superiori al 70%;
  • Riammissioni ospedaliere inferiori all’1% rispetto a chi non ha usufruito del servizio.

Un approccio integrato, multidisciplinare e territoriale

Il cuore organizzativo del progetto sarà il Tavolo Tecnico “Continuità assistenziale ostetrica”, attivo in ciascun territorio e composto dai referenti delle ATS e delle strutture coinvolte. Il modello mira a rafforzare il percorso nascita integrato tra ospedale e territorio, rendendo strutturale una pratica che oggi, in molte realtà, è ancora lasciata all’iniziativa dei singoli enti.

Una risposta all’inverno demografico

Il calo delle nascite, chiamato inverno demografico, è uno dei principali nodi affrontati dal sistema sanitario lombardo. Solo nel 2024 la regione ha registrato un nuovo minimo storico. In questo scenario, il potenziamento del supporto post-partum rappresenta una delle risposte più concrete e urgenti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Agosto 2025
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