Resta in carcere il 28enne arrestato mercoledì per il rogo a Malpensa
L’uomo ha dichiarato di aver agito dopo che nei giorni scorsi gli era stato negato l’imbarco su un aereo per l’Arabia Saudita per aver esibito un passaporto falso
Il 28enne maliano che ieri – mercoledì 20 agosto – ha appiccato il fuoco e danneggiato a martellate i monitor dell’area check in dell’aeroporto di Milano Malpensa, rimarrà in carcere.
La decisione del giudice Cristina Ceffa è arrivata questa mattina – giovedì – al termine del processo per direttissima in tribunale a Busto Arsizio. Il soggetto, presentatosi calmo in aula e assistito dall’avvocato Mariangela Fulginiti, è stato considerato comunque pericoloso e capace di ripetere atti violenti, ricordando anche l’episodio di danneggiamento avvenuto martedì in un negozio di Milano.
L’uomo non ha voluto rispondere alle domande ma ha deciso di rilasciare spontanee dichiarazioni che ne hanno aggravato la sua situazione: «Tutto è iniziato quando mi hanno respinto al controllo passaporti prima di salire su un aereo per l’Arabia Saudita. Se non mi avessero fermato non avrei fatto niente» ha detto in aula, confermando un’indole violenta, il rischio di recidiva e il pericolo di fuga.
L’episodio a cui ha fatto riferimento era avvenuto qualche giorno prima, quando aveva tentato di imbarcarsi al Terminal 1 di Malpensa con un passaporto giudicato falso dagli agenti della Polizia di Frontiera.
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