Anche un residente in provincia di Varese fra i tre arrestati per gli scontri al “Carnevale No Ponte” di Messina
L’operazione è scattata martedì 9 settembre: in carcere due baresi e un varesino, ritenuti responsabili delle violenze contro la Polizia di Stato durante la manifestazione del 1° marzo
 
																			
                        
						
						
						
						Nella serata di martedì 9 settembre la Digos di Messina, con il supporto delle Digos di Napoli, Bari e Varese, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Messina su richiesta della Procura distrettuale. In manette tre persone: due residenti a Bari e una in provincia di Varese.
Le indagini riguardano gli episodi di violenza registrati durante la manifestazione “Carnevale No Ponte”, regolarmente autorizzata e svoltasi a Messina lo scorso 1° marzo. In quella circostanza, la protesta è degenerata in gravi disordini: oltre ai cori e agli slogan, si sono verificati lanci di sassi, bottiglie di vetro, fumogeni e bombe carta contro gli agenti di Polizia schierati a tutela dell’ordine pubblico.
Il momento più critico è stato l’aggressione a un sovrintendente della Polizia di Stato. L’uomo, circondato e colpito da manifestanti travisati con costumi carnevaleschi, tra cui uno vestito da “Scheletro” e un altro da “Lucertola”, è stato scaraventato a terra e preso a calci dai due soggetti oggi arrestati. Le prescrizioni del Questore, che vietavano l’uso di travestimenti tali da impedire l’identificazione, erano state apertamente violate.
Un secondo agente rimase ferito durante le fasi di identificazione di alcuni partecipanti: anche in questo caso la responsabilità è stata ricondotta a uno dei tre indagati, ora detenuti.
La ricostruzione è stata resa possibile da un meticoloso lavoro investigativo, reso complesso dal danneggiamento di alcune telecamere di sorveglianza durante la manifestazione. Gli inquirenti hanno incrociato filmati amatoriali, fotografie e materiale raccolto da più fonti, riuscendo così a identificare i presunti responsabili.
Ai tre uomini vengono contestati, a vario titolo, i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni gravissime, danneggiamento, deturpamento e minaccia, con le aggravanti dell’uso di armi improprie e della consumazione in occasione di pubblica manifestazione.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Messina, prosegue per individuare altri possibili partecipanti agli scontri che hanno trasformato un corteo autorizzato in una scena di guerriglia urbana. L’attività in provincia di Varese è stata eseguita dagli uomini della Digos a carico di un residente nel comune di Bedero Valcuvia.
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