Manfrinati e lo stalking alla famiglia Limido, il giudice: “Mai nessuna resipiscenza“
Le motivazioni della sentenza che ha condannato l’ex avvocato di Busto Arsizio a quattro anni e cinque mesi. Giovedì a Varese prosegue il processo per omicidio del suocero e tentato omicidio dell’ex moglie

Punto dopo punto fra quelli propalati nel capo d’imputazione, scena dopo scena, nel dettaglio: tutto racchiuso nelle motivazioni che analizzano quanto contestato a Marco Manfrinati accusato di stalking nei riguardi della famiglia della ex moglie Lavinia Limido e per questo condannato a quattro anni e cinque mesi in primo grado, oggi a processo per l’omicidio del suocero e il tentato omicidio sempre della donna a Varese otre un anno fa.
GLI EPISODI
Episodi inquadrati come «atti persecutori» dal giudice quale reazione alla «brusca interruzione della vita familiare» con l’ex moglie e col figlio minore consistiti sia in episodi “fisici“ legati all’abitazione dei Limido-Criscuolo, sia in mail e messaggi inviati alle medesime persone offese, colpite dal reato di atti persecutori che appunto hanno inciso sulle abitudini di vita delle vittime come ha specificato il giudice Luciano Luccarelli nelle sue motivazioni, una «sequela di azioni oppressive», una condotta «ossessiva da parte dell’imputato con evidenti ripercussioni sul normale svolgimento della vita quotidiana delle persone offese».
LE ATTENUANTI
Il giudice nella decisione ha applicato le attenuanti generiche all’imputato, circostanze che tuttavia nel giudizio di bilanciamento debbono venir lette come “subvalenti” alla luce della pervicacia dell’azione dell’imputato successiva a quel “terremoto famigliare“ («brusca interruzione della vita famigliare», cioè all’abbandono del tetto coniugale da parte della moglie nell’estate 2022): nessuna resipiscenza nei riguardi delle vittime, «mai», si legge nelle motivazioni della sentenza, «un’assunzione di responsabilità che desse mostra d’un postumo rincrescimento per il patema suscitato, quanto piuttosto, com’è stato il biglietto di condoglianze (rivolto alla famiglia limito Criscuolo per la morte di Fabio Limido inviato dal carcere ndr) il tentativo lugubre di far udire la propria voce beffarda per insistere una volta di troppo, nel tormento dei vivi».
L’ALTRO PROCESSO IN ASSISE
La prossima udienza, che potrebbe vedere la conduzione di Marco Mafrinati dal carcere all’aula, è prevista per giovedì 11 e venerdì 12 settembre quando sono in calendario le udienze che lo vede imputato in Assise a Varese per i fatti del maggio 2024.
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