Un’alleanza tra medici di base e nefrologi per la malattia renale cronica: a Varese un convegno per ripensare l’assistenza
Oltre settanta medici di base e nefrologi hanno partecipato all’incontro promosso da ASST Sette Laghi per rafforzare la collaborazione tra territorio e ospedale. Un’occasione di confronto su modelli di assistenza, ruoli professionali e percorsi condivisi

Un confronto diretto tra medici di famiglia e specialisti per affrontare insieme le nuove sfide della malattia renale cronica. È questo il cuore del convegno “Problemi aperti in Nefrologia: integrazione Ospedale-Territorio”, che si è svolto lo scorso 27 settembre all’UNAHOTEL di Varese, sotto la responsabilità scientifica del dottor Giuseppe Calicchio, Direttore Socio Sanitario di ASST Sette Laghi, del dottor Andrea Ambrosini, Direttore della Nefrologia e Dialisi, e della dottoressa Emanuela Boschi, Direttore delle Cure Primarie della stessa Azienda.
Una patologia sempre più diffusa e sottovalutata
Alla giornata di studio hanno preso parte oltre 70 professionisti, tra medici di medicina generale e nefrologi, chiamati a confrontarsi su una patologia che, con il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento di malattie croniche come diabete, ipertensione e scompenso cardiaco, è destinata ad assumere un peso sempre maggiore nel sistema sanitario.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2040 la Malattia Renale Cronica diventerà la quinta causa di morte a livello globale, balzando in pochi decenni dal sedicesimo posto che occupava fino al 2015. Un dato che impone una riflessione urgente sui modelli di cura e presa in carico.
Costruire percorsi condivisi tra ospedale e territorio
Nel corso del convegno si è discusso della necessità di ridefinire i ruoli e i compiti tra medicina del territorio e ospedale, con l’obiettivo di costruire un modello assistenziale più integrato, capace di rispondere in maniera efficace alle esigenze di pazienti spesso fragili, anziani e con più patologie in contemporanea.
La gestione della malattia renale cronica non può prescindere da un approccio multidisciplinare che tenga conto di aspetti fondamentali come la nutrizione, la terapia farmacologica, la gestione delle complicanze acute – ad esempio in caso di febbre, interventi chirurgici o utilizzo di mezzi di contrasto – e il monitoraggio continuo nei vari stadi della malattia.
Il ruolo chiave del medico di famiglia
È emerso con chiarezza quanto sia centrale il ruolo del medico di medicina generale nella presa in carico del paziente nefropatico. Grazie alla sua presenza costante e alla conoscenza della storia clinica del paziente, il medico di base può intercettare i primi segnali della patologia e facilitare l’accesso tempestivo alla cura specialistica.
Verso una sanità più integrata
Il convegno ha rappresentato un momento importante per consolidare il dialogo tra le diverse componenti del sistema sanitario e per porre le basi di una nuova organizzazione dell’assistenza, che metta davvero al centro il paziente e favorisca il lavoro in rete tra tutti i professionisti coinvolti. Una strada che punta a migliorare non solo gli esiti clinici, ma anche la qualità della vita di chi convive ogni giorno con una patologia cronica e silenziosa come quella renale.
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