Varese dice addio ad Alfredo Ambrosetti, monsignor Paglia: “Abbiamo conosciuto un profeta”

La città, la famiglia e gli amici ricordano il fondatore del Forum economico come un uomo lungimirante, capace di ispirare generazioni

Varese ha dato l’ultimo saluto ad Alfredo Ambrosetti, fondatore dello storico Forum economico che porta il suo nome, con un funerale partecipatissimo, che ha visto la presenza di autorità civili, religiose e del mondo economico e culturale.

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Un addio iniziato con un corteo funebre, partito da palazzo Estense: tra le prime file, hanno sfilato personalità di primo piano: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il sindaco di Varese Davide Galimberti, l’ex deputato Matteo Bianchi, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, gli ex rettori dell’Insubria Renzo Dionigi e Alberto Coen Porisini, il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini e l’avvocato Andrea Rittatore Vonwiller, presidente operativo  dell’Associazione per il Progresso del Paese.

In chiesa poi erano presenti anche molte altre personalità, tra cui il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il giornalista Ferruccio De Bortoli, già direttore del Corriere della Sera.

La funzione è stata presieduta dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio e presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, amico di lunga data del Cavalier Ambrosetti.

Con lui hanno concelebrato l’attuale prevosto di Varese, monsignor Gabriele Gioia, i già prevosti monsignor Gilberto Donnini e monsignor Luigi Panighetti, insieme ai diaconi Giovanni Baggio e Giuseppe Bianchi.

Nella sua predica, l’arcivescovo Paglia ha ricordato la voce e l’impegno del fondatore del Forum: «La morte ha spento la voce di Alfredo, che da decenni ci invitava, con incredibile capacità di convincimento, a riflettere insieme su come rendere il mondo più giusto e più bello. Lo ha fatto fino all’ultimo giorno, fino alla fine. Ricordo la sua voce, anche se provata, in uno dei suoi lunedì organizzati per l’associazione».

Rivolgendosi ai familiari, ha poi aggiunto: «Lella, la morte ha tolto Alfredo innanzitutto a te: siete stati sposati 55 anni, che è già una cosa importante. L’ha tolto anche a voi figli, Chiara e Antonio, ma l’ha tolto anche a noi, tanti amici che lo frequentavamo».

Paglia ha poi sottolineato il carisma e la visione di Ambrosetti: «Tutti noi possiamo dire di avere conosciuto un profeta: un uomo che guardava avanti, in senso letterale, e non si arrendeva al presente. Ha avuto visioni del futuro fin da giovane, e le ha sempre condivise con tutti. In una folla di “io”, è stato un uomo del “noi”».

E ha concluso con parole intense: «Ecco perché oggi siamo un po’ più tristi: Alfredo ha lavorato per una società degna del suo nome, e ora il deserto è ancora più deserto. Però, morendo in questi giorni, Alfredo ha beffato anche la morte, lasciandoci nel corso della 51ª edizione del suo Forum».

Funerali Alfredo Ambrosetti

Al termine della celebrazione, diversi interventi hanno poi reso omaggio alla figura di Ambrosetti con ricordi personali e commossi, segno di quanto mancherà a chi lo ha avuto accanto. Ad aprire è stato Mario Monti, economista, già presidente del Consiglio, amico della famiglia dal 1978, che con voce incrinata dall’emozione ha detto:«Alfredo non è stato un politico, non è stato un capitano di industria, ma ha influenzato generazioni di capitani di industria e politici» e poi, rivolgendosi direttamente a lui, ha detto «Tu hai dato una maggiore consapevolezza alle imprese italiane e hai mostrato ai politici esteri una crescente influenza dell’Italia nel Mondo. A te sarò sempre grato come italiano e come amico».

Sono seguiti i ricordi di Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e co-organizzatore con Ambrosetti dei “Campionissimi” che ha sottolineato come solo pochissimo tempo fa lo avesse tempestato di telefonate perchè “Voglio alla prossima edizione dei Campionissimi tutte le ragazze della pallavolo e Velasco, sono troppo forti”; dopo di lui ha parlato invece Cesare Galli, che con lui aveva fondato l’Associazione per il Progresso del Paese; e infine hanno parlato i due figli, Antonio e Chiara Ambrosetti.

Il figlio Antonio ha tracciato un ritratto intenso e personale del padre: «Ha sempre unito genialità e pragmatismo» ha detto dal pulpito, raccontando, non senza momenti di intensa emozione, degli aneddoti famigliari. «Ogni decisione, per esempio la scelta della scuola, non veniva presa informalmente, si faceva una riunione di famiglia. E le riunioni di famiglia erano strutturate come un consiglio di amministrazione: con punti all’ordine del giorno e tempi precisi. E poi alla fine ti domandava non “che scuola vuoi fare?” ma “qual è il tuo sogno?” costringendoti a puntare subito in alto». La conclusione è stata un suo motto, che Antonio ha imparato bene: «Servizievoli con tutti, servi di nessuno. Ciao papà».

La figlia Chiara, infine, con voce rotta dalle lacrime, ha aggiunto:«Ho sentito un grande senso di vuoto perdendoti. Sei stato uno tsunami per la mia vita, ma sei stato anche la cosa più importante. Mi dicevi: dalla porta del proprio cervello si può arrivare ovunque. Con te il complesso diventava semplice, l’astratto diventava concreto».  Chiara ha ricordato anche i rapporti negli ultimi giorni: «Quando ti venivo a trovare in ospedale e ti chiedevo come stavi, mi rispondevi: ma non hai qualcosa di meno banale da chiedermi?Mi mancherà la tua mano, che ho stretto fino all’altro ieri».

Un lungo addio – la cerimonia è durata più di un’ora e mezza – che si può riassumere nelle ultime parole di saluto di Mario Monti: «Caro Alfredo, tu non ci mancherai. Perché tu resti in noi, e a te continueremo ad ispirarci».

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Settembre 2025
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