Dalle cesoie alle piastrelle, senza passare dalle pinze cavadenti: ottant’anni di idee e brevetti alla Montolit di Cantello
Il racconto di Stefano Montoli, che ci ha spiegato come la capacità di inventare di nonno Vincenzo è diventata un punto di riferimento internazionale, soprattutto per chi ama le piastrelle italiane
Ottant’anni di storia, tre generazioni e un filo conduttore che lega famiglia e impresa. È il percorso della Brevetti Montolit, storica azienda di Cantello, che si prepara a festeggiare un traguardo importante: otto decenni dalla fondazione.
L’azienda nasce infatti nel 1946 grazie a Vincenzo Montoli, che insieme ai figli decise di avviare una produzione di cesoie per la lavorazione della lamiera. In un’Italia che ripartiva dopo la guerra, le idee di Montoli fioccano, cosi come i brevetti, anche se non tutti hanno immediata applicazione: «Mio nonno aveva ideato di tutto, persino una pinza per estrarre denti o una piastra per ondulare i capelli – spiega Stefano Montoli, intervenuto alla puntata del 2 ottobre di Materia d’Impresa – Molti di questi rimasero prototipi, ma sono comunque testimonianza della sua inesauribile creatività: soprattutto nei primi tempi dell’impresa, lui si accorgeva di un bisogno e ne progettava una soluzione».
Una famiglia che diventa azienda
Il vero collante della Montolit è la famiglia. «Ad un certo punto della nostra storia, successe un fatto che penso abbia cambiato il corso della nostra azienda, in positivo. I due fratelli della seconda generazione si sposarono nello stesso giorno con due sorelle, rafforzando ancora di più quel legame che si è riversato anche nella gestione dell’impresa – spiega Stefano Montoli – Mio padre si dedicava infatti alla produzione, mio zio alla strategia e ai mercati. Da lì la crescita, con stabilimenti che dalla Folla di Malnate sono passati a Cantello, prima dove c’erano le scuole medie, poi sulla strada di entrata del Comune: «In realtà, ormai anche quella è solo una sede legale con magazzino: lo stabilimento di produzione, più grande, è però poco più in là, in via Varese»
Il tutto in una continuità familiare totale, che oggi vede la terza generazione alla guida, i due cugini figli dei rispettivi padri, a esercitare le stesse funzioni dei genitori: «Io ho ereditato da mio padre l’attitudine alla produzione, mio cugino Vincenzo la parte commerciale». Una continuità garantita quindi non solo dal cognome ma anche dal metodo.
«Non è mai stata una forzatura – racconta Stefano Montoli – entrare in azienda era naturale, come continuare ciò che si respirava ogni giorno in famiglia». Una naturalezza che ha permesso di mantenere non solo il controllo familiare, ma anche un clima di fiducia con i dipendenti: «Il turnover è bassissimo: chi entra da noi spesso arriva alla pensione».

Dai brevetti alle piastrelle
Se i primi prodotti erano cesoie, oggi l’azienda è un punto di riferimento internazionale nella produzione di attrezzature per piastrellisti: tagliapiastrelle manuali, utensili da taglio, soluzioni brevettate che si distinguono per innovazione e qualità. Non a caso, il marchio porta il nome “Brevetti Montolit”: «Ogni prodotto ha dentro qualcosa di originale, un’idea protetta: è il nostro modo di lavorare e di proteggere ciò che facciamo – spiega Montoli – Ora la metà del fatturato arriva dal mercato estero, soprattutto Europa e Stati Uniti, trainato dalla reputazione mondiale della ceramica italiana».
Radici nel territorio, sguardo al futuro
Montolit non è solo azienda. Da anni promuove progetti di solidarietà d’impresa, mettendo a disposizione tempo e competenze dei dipendenti per iniziative sociali locali: dal restauro di spazi per ragazzi con disabilità fino alla manutenzione di strutture pubbliche. «Fin da subito anche i nostri genitori hanno aiutato la parrocchia, l’oratorio. Poi abbiamo messo in campo progetti più ambiziosi, che coinvolgevano i nostri lavoratori direttamente: abbiamo collaborato per esempio con Agorà 97, un’associazione di Olgiate Comasco, che ha diverse case sul territorio per ospitare bambini e ragazzi con disabilità anche gravi. Li abbiamo aiutati nella loro casa di Rodero perché avevano la necessità di restaurare un locale e adibirlo a falegnameria: i nostri ragazzi a turno sono andati da loro improvvisandosi piastrellisti, muratori, imbianchini e quant’altro e hanno restaurato tutto il locale, l’hanno imbiancato, ma la cosa più bella è il rapporto che hanno instaurato con gli ospiti di queste case. Alla fine del lavoro, è rimasto qualcosa di più che non i muri imbiancati o il pavimento rifatto. Con poco si può fare molto – sottolinea Montoli – e vedere altre aziende che ci seguono in questa iniziativa è una soddisfazione».
Quanto al futuro, la parola d’ordine è flessibilità. «Lo scenario cambia troppo in fretta: il nostro obiettivo è restare innovatori e creare una realtà capace di adattarsi – conclude Stefano Montoli – Investimenti in nuovi impianti e stabilimenti sono già in corso, ma sono già pensati per essere versatili e pronti a rispondere anche a scenari imprevisti».
Il prossimo appuntamento con Materia d’Impresa
L’appuntamento con Materia d’Impresa torna lunedì 6 ottobre: protagonista una start up che punta al futuro grazie a una grande esperienza nel settore dell’abbigliamento: la Futureclo di Gallarate. Ne parleremo con German Picco, come sempre l’appuntamento è per le 14.30 su Youtube, Facebook e Linkedin di Varesenews.
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