Il frontman dei “167” si difende e chiarisce la sua posizione. Il giudice si riserva sulla misura. Non parla Filadelfio Vasi

Inchiesta di Malnate su armi e droga, Mattia Oliverio parla al giudice: “Estraneo si fatti”

167 Gang Malnate

Proseguono i primi interrogatori fra gli arrestati colpiti dalle misure cautelari disposte dalla procura di Varese nell’ambito dell’operazione “Note stonate“ legata ad un giro di droga e armi nei boschi fra il capoluogo prealpino, Malnate e il Milanese.

Dopo l’interrogatorio di garanzia seguito all’arresto in flagranza di reato del Trapper Maicol Traetta, del gruppo trap “167 gang” di Malnate, ora è il momento degli interrogatori delle persone colpite da ordinanza di custodia cautelare.

In particolare sono due le figure di spicco che figurano all’interno delle carte firmate dal giudice per le indagini preliminari Marcello Buffa, su richiesta della Pubblico Ministero Claudia Maria Contini. Il primo è Mattia Oliverio, frontman del duo musicale formato da “Master” e “The Future”, al secolo Mattia Oliverio e Maicol Traetta, classe 1995 e 1997, attivi nel panorama musicale dal 2012 circa (Il nome della band deriva da una legge sulle case popolari datata 1962).
Oliverio è stato sentito nel corso della giornata di sabato e ha parlato al giudice.

«Si è dichiarato estraneo ai fatti contestati e ha spiegato i motivi per i quali conosce gli altri imputati», ha spiegato il difensore, avvocato Sandro Damiani il quale ha spiegato che il giudice si è riservato sulla misura (della permanenza o meno in carcere).

Diverse invece la posizione del secondo personaggio di spicco finito all’interno dell’indagini: Filadelfio Vasi, il cinquantenne varesino al centro in passato di un ampio quadro criminale legato a rapine a mano armata, finito nell’indagine perché accusato di un incendio a scopo di estorsione avvenuto nell’aprile scorso, proprio alla sede della 167 gang di Malnate.

Gli inquirenti non hanno ancora ben inquadrato quale sia il movente di questo gesto, che tuttavia si innesta nelle geometrie criminali legate alla città e al controllo del territorio. Vasi si è avvalso della facoltà di non rispondere, difeso dall’avvocato Corrado Viazzo, che è il medesimo avvocato di Michael Traetta per il quale era stato chiesto la rimessione in libertà, negata sempre dal gip.

Per questo la difesa del trapper tatuato al volto ha annunciato ricorso al riesame sia per la misura cautelare personale, cioè la permanenza in carcere, sia per una misura cautelare reale legata al sequestro del cellulare del sospettato: oltre a 400 grammi di hascisc gli viene contestata anche la detenzione di munizioni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Ottobre 2025
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