Studenti e infermieri sudamericani negli ospedali lombardi grazie al progetto Magellano
È stato nuovamente presentato in regione dal Presidente Fontana il progetto di collaborazione con alcuni atenei dell'America latina per attirare infermieri in formazione o già laureati per ovviare alla carenza di personale
Affrontare la carenza di infermieri nelle strutture sanitarie lombarde con un modello strutturato di formazione e inserimento professionale. È questo l’obiettivo del Progetto Magellano, promosso da Regione Lombardia insieme al Centro Gulliver di Varese, che porta in Italia infermieri già laureati e studenti dell’ultimo anno di Scienze infermieristiche da Argentina, Paraguay e Perù.
Il progetto si articola in due percorsi. Magellano Professional è rivolto a professionisti già formati, che seguono un mese di preparazione intensiva linguistica, culturale e tecnica al Campus Cascina Tagliata di Bregazzana, per poi essere inseriti negli ospedali lombardi. Sono già tre i gruppi arrivati tra il 2023 e il 2025, destinati all’Ospedale di Circolo di Varese, all’ASST Sette Laghi e all’ASST di Pavia.
La testimonianza dell’allora direttore generale Micale sull’esperienza alla Sette Laghi
Magellano Student, invece, accoglie studenti dell’ultimo anno universitario per un semestre in Italia: un mese di formazione iniziale residenziale e quattro mesi di tirocinio pratico in strutture sanitarie regionali, affiancato da un programma di studi in presenza curato dall’Università dell’Insubria, partner del progetto. Nel 2024 dodici studenti – provenienti da Paraguay e Perù – hanno partecipato alla prima edizione del progetto. Molti di loro, ormai laureati, stanno attualmente preparando il proprio rientro in Italia per avviare un percorso lavorativo. Un nuovo gruppo di dodici studenti, provenienti anche dall’Argentina, sta oggi svolgendo il semestre formativo presso varie strutture sanitarie regionali.
L’iniziativa è stata nuovamente presentata a Palazzo Lombardia dal presidente Attilio Fontana, che l’ha definita un modello virtuoso nato dalla collaborazione tra istituzioni, enti sanitari e università. «Rispondiamo a un bisogno reale – ha detto – e dimostriamo come la Lombardia sappia costruire soluzioni concrete, anche in ambito sanitario».
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