Vandalismi continui. Rimossi tutti gli allestimenti in legno al belvedere di Gorla Maggiore
Ogni ripristino dei pannelli informativi e delle bacheche durava pochi giorni quindi la decisione di toglierli
Il belvedere di Gorla Maggiore, affacciato sulla valle e riqualificato pochi anni fa, oggi è lo specchio di un problema più grande: l’inciviltà. Un’area pensata per valorizzare il territorio è diventata il bersaglio di atti vandalici ripetuti che hanno costretto l’amministrazione a rimuovere progressivamente ogni elemento installato.
Pannelli vandalizzati, poi rimossi
Il primo bersaglio dei vandali sono stati i pannelli illustrativi, posizionati lungo il percorso che porta alla terrazza: mostravano flora e fauna locali, con un intento educativo. Imbrattati, danneggiati, risistemati più volte, alla fine sono stati tolti definitivamente. «Dopo numerosi interventi di manutenzione, non avevamo altra scelta – spiegano le Gev –. Ogni ripristino durava pochi giorni».
Colpito anche il pannello informativo principale
Una volta rimossi i pannelli più piccoli, i vandali hanno preso di mira quello principale. Anche questo, inizialmente ripulito più volte, è stato lasciato al suo destino: rovinato e deturpato. Ma è stato comunque ricollocato. «Lo abbiamo voluto rimettere al suo posto – spiegano – per mostrare concretamente la miseria d’intenti di chi agisce in questo modo».
Rifiuti e incuria: non solo i giovani
Oltre agli atti di vandalismo, l’area è segnata dalla presenza sistematica di rifiuti abbandonati. E qui la responsabilità non è solo dei ragazzi. «Anche gli adulti, che dovrebbero essere d’esempio, contribuiscono al degrado – sottolineano gli amministratori –. Se si tratta di giovani, ci chiediamo quali valori vengano trasmessi in famiglia. Non crediamo che nelle loro case si comportino allo stesso modo».
Il valore del bene pubblico
Dietro la rabbia e la delusione, c’è una domanda amara: perché un bene pubblico è percepito come qualcosa che non merita rispetto? «Se solo sapessero da dove arrivano i fondi per creare e mantenere questi spazi – concludono – forse qualcuno rifletterebbe. Ma per ora, resta solo l’amarezza».
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