Stati Generali della Ricerca all’Insubria: presentate le quattro piattaforme scientifiche per affrontare le sfide del futuro

Presentate nell'incontro che si è svolto giovedì 13 in aula Magna le quattro aree strategiche: sostenibilità, tecnologie avanzate, cybersecurity e fragilità sociale

Stati Generali della ricerca all'università dell'Insubria

«Sono un fondatore, era 27 anni che aspettavo questo momento». Con queste parole il professor Loredano Pollegioni, delegato della rettrice per la Ricerca e l’Innovazione tecnologica, ha aperto giovedì 13 novembre gli Stati Generali della Ricerca dell’Università dell’Insubria, nell’Aula Magna di via Ravasi a Varese

Un momento di confronto e condivisione che ha visto la partecipazione di tutta la comunità accademica, delle realtà scientifiche e imprenditoriali del territorio e delle istituzioni locali. Dopo i saluti istituzionali della rettrice Maria Pierro, del prorettore vicario Umberto Piarulli, della vicesindaco di Varese Ivana Perusin e del consigliere regionale Emanuele Monti, Presidente Commissione WELFARE Regione Lombardia, nonchè executive board member Agenzia italiana del farmaco.

Nel suo intervento di apertura Pollegioni ha voluto ringraziare non solo la rettrice ma anche «La sezione comunicazione, ricerca, gli studenti e il personale tecnico amministrativo senza cui la ricerca non potrebbe andare avanti»  ha ricordato come la ricerca sia parte integrante della Costituzione italiana all’articolo 9 e ha fornito alcuni numeri significativi: l’università conta infatti 8 dipartimenti, 61 centri di ricerca, 9 interuniversitari e 6 speciali, oltre 450 tra docenti e ricercatori e più di 230 dottorandi attivi in ambiti che spaziano dalle scienze della vita alla tecnologia, dal diritto all’economia, fino alle discipline umanistiche. Nel 2024 sono state superate le 3000 pubblicazioni scientifiche, con sei spin-off attivi e un numero crescente di progetti finanziati. In particolare, l’Ateneo ha vinto 22 progetti nazionali e 4 internazionali, per un totale di quasi 8 milioni di euro, oltre a numerosi contratti di ricerca commissionata, e ha registrato un continuo incremento dei propri ricercatori presenti nell’elenco dei “top scientists” internazionali.

Le quattro piattaforme scientifiche: uno strumento innovativo per creare un legame tra ricercatori

Cuore della giornata è stato la presentazione delle Piattaforme Scientifiche di Ateneo, un nuovo strumento pensato per favorire la collaborazione interdisciplinare e il trasferimento tecnologico. «Definendo le progettualità su cui l’università lavora, abbiamo trovato quattro elementi omogenei alla ricerca, che abbiamo radunato in piattaforme che permettono un approccio multidisciplinare» ha spiegato Pollegioni.
Le piattaforme sono strutture orizzontali e flessibili, concepite come raggruppamenti interdisciplinari di ricercatori, conoscenze e competenze. L’obiettivo è promuovere l’interazione tra discipline, attrarre finanziamenti competitivi e costruire ponti tra università, territorio e imprese, traducendo la ricerca in innovazione e risposte concrete alle trasformazioni del nostro tempo.

I quattro ambiti su cui si concentrano le piattaforme sono ambiente, energia, sostenibilità, digitale, salute e fragilità sociale.
La Piattaforma Sostenibilità, guidata dai professori Antonio Di Guardo, Adriano Martinoli, Loredano Pollegioni e Raffaello Seri, riunisce esperti di economia, biotecnologie, scienze ambientali e applicate con l’obiettivo di studiare e proporre soluzioni innovative ai problemi dovuti all’impronta umana sull’ambiente. Particolare attenzione è rivolta al trasferimento delle soluzioni in ambito applicativo nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. Tra i principali ambiti di ricerca ci sono il recupero di risorse naturali e di scarto, la produzione di sostanze naturali attraverso green chemistry per nuovi processi industriali sostenibili, il monitoraggio e la mitigazione del cambiamento climatico, e lo studio degli effetti del turismo e dei trasporti sullo sviluppo sostenibile.

La Piattaforma Tecnologie per energia, salute e ambiente, coordinata dai professori Matteo Clerici, Lorella Izzo, Norberto Masciocchi e Luca Nardo, punta sullo sviluppo di materiali avanzati per fotovoltaico, sensoristica e farmaci, tecnologie quantistiche e fotoniche, e strumenti per l’indagine biomedica. L’obiettivo è supportare la transizione ecologica e digitale, la medicina personalizzata e la sicurezza ambientale, integrando ricerca teorica e applicazioni industriali.

La Piattaforma Cybersecurity e privacy, coordinata dai professori Elena Ferrari e Geo Magri, si dedica alla ricerca e al trasferimento tecnologico su tematiche innovative relative alla protezione della sicurezza e della privacy sia in scenari tradizionali che emergenti. La piattaforma, che comprende ben undici sottoattività, ha una spiccata vocazione alla collaborazione con aziende locali, nazionali e internazionali a cui può fornire supporto per la messa in sicurezza dei loro sistemi.

La Piattaforma Fragilità, coordinata dai professori Alberto Castelli, Cristina Giaroni, Elena Maggi, Roberto Papait, Luigi Testa e Alessandra Vicentini, si occupa delle vulnerabilità che possono emergere in ambito personale, sociale e sanitario. Riunisce competenze mediche, psicologiche, sociologiche e giuridiche per elaborare strategie di prevenzione, presa in carico e cura delle fragilità, con un’attenzione particolare a minori, anziani e persone con disabilità. La piattaforma intende sviluppare studi sulla fragilità nel periodo pre-, peri- e postnatale, nella popolazione anziana e in ambito oncologico.

I dipartimenti raccontano la loro ricerca

La mattinata ha visto anche gli interventi dei rappresentanti dei dipartimenti in Commissione Ricerca, che hanno portato la propria esperienza raccontando le rispettive realtà, i progetti e i principali risultati. Sono intervenuti Roberto Papait per il Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, Antonio Di Guardo per il Dipartimento di Scienza e alta tecnologia, Paolo Antonio Grossi per il Dipartimento di Medicina e chirurgia, Raffaello Seri per il Dipartimento di Economia, Elena Ferrari per il Dipartimento di Scienze teoriche e applicate, Alberto Castelli per il Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio, Cristina Giaroni per il Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica, e Luigi Testa per il Dipartimento di Diritto economia e culture.

Sono stati presentati anche il Centro di Ricerca e Trasferimento Tecnologico (Criett), a cura della direttrice scientifica Flavia Marinelli, e le piattaforme tecnologiche di Ateneo dedicate alla ricerca scientifica, aperte anche alle imprese del territorio: la Piattaforma di Analisi e Caratterizzazione della Materia, la Piattaforma di Microscopia e Imaging e lo Stabulario. Mauro Fasano, delegato della rettrice per la Valorizzazione della ricerca, e Daniela Montemerlo, presidente del Presidio della Qualità di Ateneo, hanno affrontato i temi della valorizzazione dei risultati della ricerca e dei processi di qualità.

La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda dedicata al ruolo della ricerca universitaria, coordinata dal prorettore vicario Umberto Piarulli: un momento di dialogo tra docenti, ricercatori e dottorandi e di ascolto delle esigenze del territorio, per discutere delle strategie e degli strumenti necessari per contribuire alla soluzione delle attuali e future sfide del territorio.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Novembre 2025
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