Montecitorio, inaugurato il nuovo allestimento della Sala Aldo Moro con un capolavoro di Paolo Veronese
La tela, precedentemente attribuita al fratello minore Benedetto Caliari, è stata riassegnata alla mano dello stesso Veronese grazie a un'analisi scientifica
È stata inaugurata alla Camera dei Deputati la nuova configurazione della Sala Aldo Moro, che da oggi ospita la monumentale tela di Paolo Veronese e bottega, Cristo davanti a Pilato. L’evento segna una tappa fondamentale del protocollo di collaborazione tra la Camera e il Ministero della Cultura (MiC), volto alla valorizzazione del patrimonio artistico nazionale custodito nei depositi museali.
L’opera, un olio su tela di imponenti dimensioni proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, era rimasta confinata nei depositi sin dal secondo dopoguerra a causa della difficoltà di collocazione espositiva.
Il trasferimento a Montecitorio è stato preceduto da un accurato restauro e da una campagna di indagini scientifiche (riflettografie e radiografie) condotta dal laboratorio del museo veneziano. Tali analisi hanno permesso una svolta storica sul piano critico: la tela, precedentemente attribuita al fratello minore di Paolo, Benedetto Caliari, è stata riassegnata alla mano dello stesso Veronese. I “pentimenti” emersi nel disegno sottostante hanno infatti confermato l’intervento diretto del maestro nel processo creativo e compositivo.
Il nuovo allestimento crea un confronto visivo unico nel panorama storico-artistico: il Cristo davanti a Pilato è stato posizionato specularmente alle Nozze di Cana (opera di Benedetto Caliari su disegno di Paolo, in deposito da Brera).
«Questa collocazione – ha dichiarato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana – offre l’opportunità inedita di ammirare e confrontare le due opere, apprezzando in una il magistero del Veronese e nell’altra le dinamiche della sua bottega». Il presidente Fontana ha inoltre ringraziato il deputato Stefano Candiani per l’impegno prestato a questo progetto.
All’inaugurazione è intervenuto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha sottolineato l’importanza di «abbattere i diaframmi» tra istituzioni e cittadini, rendendo fruibili opere d’arte di altissimo valore finora inaccessibili. Il direttore delle Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia, ha evidenziato come questo sia il primo deposito di un museo nazionale a Montecitorio dopo quasi un secolo.
Il progetto è stato supportato tecnicamente dal professor Enrico Maria Dal Pozzolo, il quale ha ribadito come i depositi italiani rappresentino un “universo sotterraneo” capace di svelare ancora numerosi capolavori, a patto di investire in ricerca e collaborazioni istituzionali.
L’intervento di manutenzione e la realizzazione della nuova cornice sono stati sostenuti interamente dalla Camera dei Deputati. La storia del dipinto e del suo restauro è stata raccolta in un volume monografico presentato a margine della cerimonia.
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