Simenon supera il confine tra bassa e alta letteratura. La lezione di Canfora a Varese
L’incontro in Sala Montanari con il grande filologo, intervistato dallo storico Enzo Laforgia. Un viaggio colto tra narrativa popolare, potere e dinamiche dello spionaggio, dalle origini classiche al Novecento
Lo spionaggio è antico quanto il potere. Una verità che Luciano Canfora mette subito in evidenza per le tante persone presenti all’incontro che si è tenuto in Sala Montanari a Varese dal titolo “Tra investigazione e spionaggio, un genere antico”. La presenza in città del grande filologo classico è stata un’anticipazione del festival “Nord in Giallo”, previsto per la prossima primavera.
Canfora, intervistato dallo storico Enzo Rosario Laforgia, ha mostrato come le strategie investigative e le tecniche di controllo affondino le radici nel mondo antico, ben prima che la modernità istituzionalizzasse i servizi segreti. Una trama di continuità che attraversa i secoli e trova nella narrativa un potente archivio di immaginari, paure e forme del potere.
Lo sguardo di Canfora sulla letteratura ha svelato corrispondenze interessanti con la realtà politica. Per esempio, le riunioni clandestine raccontate nei romanzi d’appendice, dove i capi sono identificati da numeri, è tutt’altro che una soluzione fantasiosa, veniva adottata davvero dal PCI (Partito comunista italiani) clandestino. Così come gli stereotipi razziali che macchiano parte della narrativa tra le due guerre.
I MOSTRI SACRI DEL GENERE
Se poi si analizza un mostro sacro del genere come Agatha Christie, secondo Canfora si assiste a una vera e propria evoluzione. Si passa dall’adesione iniziale a cliché oggi inaccettabili alla maturazione antifascista, evidente nel romanzo Passeggero per Francoforte (1970), in cui la scrittrice interpreta le rivolte giovanili del dopoguerra come possibili incubatrici di nuovi autoritarismi.
Canfora ha poi dedicato un passaggio interessante a Georges Simenon, un caso da manuale del cammino dal basso verso l’alto. Una formula che riassume il percorso dello scrittore passato con lo pseudonimo di “Sim” dagli esordi popolari «tradotti con i piedi» alla consacrazione editoriale, grazie all’intuizione di Mondadori, fino all’ingresso nei cataloghi più prestigiosi e nella grande letteratura francese. In Maigret e il ministro (1954), ha ricordato Canfora, Simenon sfiora il romanzo politico con un ritratto impietoso della Quarta Repubblica, tra scandali e disincanto postbellico.
LETTERATURA ALTA E BASSA
La riflessione finale ha toccato il tema della distinzione tra letteratura “alta” e “bassa”. Una barriera artificiale, ha sottolineato Canfora, smentita tanto dai romanzetti trovati negli zaini dei soldati romani che andarono a combattere contro i Parti, quanto dalle scelte editoriali che hanno trasformato autori di consumo in classici. Vedi il caso Simenon.
Il genere investigativo, permette di oltrepassare soglie narrative, dove la verità storica resta incompleta. «Negli ultimi anni diversi autori hanno trovato nel noir un linguaggio efficace per affrontare zone d’ombra della storia italiana – ha concluso Laforgia -. Un esempio è lo scrittore Loriano Macchiavelli che si inventò un personaggio francese per raccontare le vicende delle stragi di Bologna e Ustica».
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