Si può essere mamme e manager senza sacrifici?
Se ne è discusso alle Ville Ponti nel corso di un incontro organizzato dal Gruppo Donne Impresa di Confartigianato
L’impresa e la famiglia, l’attività in autonomia e la vita privata: sono mondi che per una donna è difficile far convivere quando si decide di lavorare in proprio. Di questo si è parlato ieri, nell’ambito di un incontro dal titolo "Concilia? Dipende!" organizzato alle Ville Ponti dal
Gruppo Donne Impresa di Confartigianato Varese. A confrontarsi sul tema, moderati dalla giornalista della Prealpina, Emanuela Spagna, c’erarno Giorgio Merletti (presidente Confartigianato Imprese Varese e Confartigianato Lombardia), Irene Cotis (presidente Gruppo Donne Impresa Confartigianato Varese), Eliana Minelli (docente di Organizzazione aziendale e Gestione del personale alla LIUC di Castellanza), Francesca Zajczyk (docente di Sociologia Urbana all’Università Milano-Bicocca), Daniela Gregorio (responsabile progetto IReR) e Roberto Genovese (Area Manager Nord Ovest Artigiancassa).
Dal confronto sulle necessità (come orari più flessibili, collegamenti con il posto di lavoro più comodi, asili aziendali, aiuto per la cura agli anziani e ai disabili, …) è emersa la voglia di cercare e proporre delle soluzioni ma anche di confrontarsi con le pubbliche amministrazioni per portare all’attenzione di chi governa le esigenze delle imprenditrici. «Servono strutture pubbliche e private, a pochi passi dalle imiprese, per la cura dei bambini e degli anziani – ha spiegato Irene Cotis, presidente del Gruppo Donne Imprese di Confartigianato -. Sono positivi gli interventi della pubblica amministrazione ma servono anche accordi "in rete" con gli attori sociali del territorio".
Al termine del convegno è stato inoltre distribuito un questionario con l’obiettivo di raccogliere le diverse esperienze e le richieste più diffuse.
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