Prove di salvataggio sui ghiacci del lago di Ghirla
Nessuna emergenza, né tanto meno un controllo per certificare la sicurezza della lastra di ghiaccio che lo ricopre. "Chi va sul lago lo fa a suo rischio e pericolo"
Al lago di Ghirla sono arrivati anche i vigili del fuoco. Erano sul posto con il reparto Saf (speleo alpino fluviale) e con tutta l’attrezzatura per effettuare un salvataggio per le persone cadute in un lago ghiacciato. Ma non c’è da preoccuparsi. Nessuna emergenza, né tanto meno un controllo per certificare la sicurezza della lastra di ghiaccio che lo ricopre, per chi eventualmente volesse fare una pattinata.
Questo non spetta ai vigili del fuoco, si trattava solo di un’esercitazione per preparare gli uomini in caso di soccorso.
Però lo spunto è interessante, soprattutto dopo il dibattito che si è sviluppato tra i nostri lettori dopo un articolo sulla comitiva che ha giocato a hockey sullo specchio ghiacciato del lago.
Il reparto di soccorso ha simulato durante tutta la mattinata alcune situazioni d’emergenza con uno schema molto semplice: uomo in acqua e operazioni di recupero da ogni punto della riva. E questo gli ha permesso di perlustrare tutta la superficie del bacino. «Naturalmente non siamo qui a certificare la tenuta del ghiaccio né a dare il via libera ai pattinatori – ha spiegato il comandante dell’operazione -, ma solo per testare le procedure d’intervento in caso d’emergenza». Quindi non si tratta di una certificazione, le condizioni del ghiaccio sono solide soprattutto nella parte centrale, ma chi va sul lago lo fa a suo rischio e pericolo, «perché in alcuni punti, soprattutto vicino alla riva, lo spessore del ghiaccio si fa più sottile».
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