Dopo L’Aquila e Haiti, un nuovo software per studiare i terremoti
Il progetto è stato elaborato nell'ambito del Global Science Forum dell'OCSE con la partecipazione, tra gli altri, del Servizio sismologico svizzero del Politecnico di Zurigo
La prevenzione dei terremoti ha un nuovo alleato. Il progetto di ricerca GEM prevede lo sviluppo nei prossimi cinque anni di un software open source in grado di calcolare in modo standardizzato il rischio globale, nonché l’impatto dei fenomeni sismici che colpiscono tutte le del pianeta. Il progetto è stato elaborato nell’ambito del Global Science Forum dell’OCSE con la partecipazione, tra gli altri, del Servizio sismologico svizzero che fa parte del Politecnico federale di Zurigo, e sarà sviluppato in forma di partenariato pubblico-privato tra i vari Stati e le aziende del settore privato. Grazie alla partecipazione di istituti di ricerca sismica di fama mondiale, allo sviluppo di una rete internazionale e all’integrazione dei modelli regionali già esistenti, ci sono tutti i presupposti perché il modello GEM possa diventare lo standard mondiale nel campo della ricerca sismica.
Qualsiasi parte del mondo è esposta al rischio di terremoti o tsunami e gli episodi più recenti (L’Aquila nel 2009, Haiti, Cile e Cina nel 2010) hanno mostrato il potenziale distruttivo di queste catastrofi naturali. Secondo le medie statistiche di lungo termine, in Svizzera si verifica ogni 8-10 anni un evento sismico che provoca danni. Il terremoto più forte del secolo scorso ha colpito il Vallese centrale il 25 gennaio 1946. Nel corso degli ultimi settecento anni tredici terremoti registrati nella Confederazione sono stati d’intensità compresa tra l’ottavo («fortemente dannoso») e il nono grado («distruttivo») della scala macrosismica europea (EMS). Occorre ricordare ad esempio che nel 1356 la città di Basilea venne quasi completamente rasa al suolo da un terremoto. A titolo di paragone, il sisma che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010 è stato di un’intensità compresa tra il nono e il decimo grado («molto distruttivo») della scala EMS. Se un terremoto di entità simile a quello del 1356 colpisse oggi la città di Basilea, i danni materiali si aggirerebbero sui 50 miliardi di franchi.
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