Passa il bilancio, per Somma è in arrivo un “anno sabbatico”
Il consiglio approva dopo una maratona di 12 ore. Le opposizioni contestano molte spese effettuate. Colombo:"colpa del patto di stabilità"
Dopo la lunga maratona per l’approvazione del bilancio consuntivo del 2009, del piano per le opere pubbliche e del il bilancio preventivo del 2010, che ha visto impegnato il consiglio comunale sommese per 12 ore, la sensazione che se ne trae è che per il comune sia in arrivo un periodo di “vacche magre”. Un «anno sabbatico» lo chiama il sindaco Colombo.
Il motivo è semplice quanto «assurdo», dicono maggioranza e opposizione all’unanimità, e si chiama patto di stabilità.
A pesare sulle spese future sarà infatti lo sforamento nell’anno passato dei vincoli imposti dal patto di stabilità, un’imposizione più volte contestata dal sindaco Guido Colombo che non ha mai mancato di esternare la sua contrarietà alla legge, «il patto blocca la capacità di spesa delle amministrazioni comunali – conferma anche questa volta – e non ci permette di pagare gli investimenti pur avendo a disposizione i fondi per finanziarli».
Secondo quanto stabilito dal patto di stabilità, infatti, le amministrazioni comunali non possono sforare alcuni vincoli di spesa, imposti a prescindere dal fatto che le spese da sostenere siano necessarie o meno, e a prescindere dalla disponibilità finanziaria del comune. Questo, paradossalmente, obbliga l’amministrazione a non poter spendere le risorse finanziarie di cui dispone.
L’amministrazione Colombo durante l’anno 2009 ha invece sforato i limiti del patto di stabilità e di conseguenza quest’anno dovrà sottostare a vincoli ancora più stringenti.
Lo sforamento, secondo il sindaco Colombo, è stato determinato dall’accumulazione di spese pregresse che di anno in anno venivano rinviate per rispettare il patto di stabilità, «nel 2009 siamo arrivati al punto in cui i nodi sono venuti al pettine – spiega Colombo – e quindi abbiamo dovuto liquidare debiti che non potevano essere ulteriormente rimandati. Ora i nostri sforzi saranno diretti a non sforare il patto un’altra volta», da qui l’”anno sabbatico” che si dovrà aspettare Somma Lombardo per il 2010.
Le opposizioni da parte loro riconoscono esse stesse l’assurdità del patto di stabilità ma contestano un comportamento sui conti pubblici che avrebbe dovuto comunque essere più oculato.
Troppo, secondo loro, è stato speso in festeggiamenti e ricorrenze varie a discapito delle tariffe a carico dei cittadini. E criticabile sarebbe anche il bilancio previsto per l’anno a venire.
La questione politica la pone bene Jimmy Pasin (a destra nella foto), consigliere di minoranza del Partito Democratico: «quest’anno, per stessa ammissione dell’amministrazione comunale, ci aspetta una forte riduzione della spesa, che però a nostro parere è troppo indiscriminata. C’è una forte riduzione di spese spalmate su tutte le voci di bilancio, noi contestiamo la mancanza di una posizione politica: si poteva ridurre ancora di più su alcune voci e di meno in altre. Senza dubbio bisognava porre maggiore attenzione sul sociale, soprattutto in virtù del fatto che ci aspetta un anno ancora più duro di quello appena trascorso. Se la crisi economica l’anno scorso si è tradotta in cassa integrazione, quest’anno è probabile che porterà la perdita di posti di lavoro. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto arrivare di fronte a questa situazione con più risorse per sostenere i suoi cittadini, non di meno».
Sempre secondo Pasin sarebbe stata fatta poca chiarezza rispetto alle opere che hanno determinato le spese del comune, «noi abbiamo fatto richiesta di sapere quali sono queste opere ma non abbiamo avuto risposta. Abbiamo solo delle voci mischiate una dentro l’altra». Il consigliere Pd ha posto l’accento anche sulla condizione della Spes, l’azienda municipalizzata, che secondo l’opposizione sarebbe stata caricata di compiti eccessivi, «sarebbe opportuno – spiega Pasin – che qualcuno della Spes venga a chiarire in consiglio comunale qual’è il suo piano operativo. La percezione è che gli siano stati affidati lavori che non è in grado di compiere e che quindi il piano delle opere pubbliche più presto di quanto si pensi dovrà tornare in consiglio per essere rivisto».
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