“Bentornato a casa, grandone”

Marina Protasoni, docente all'università dell'Insubria e amica di Enzo Baldoni, ha pubblicato su Facebook una nota in ricordo del freelance ucciso sei anni fa il cui corpo è stato ritrovato solo in questi giorni

Pubblichiamo, dietro consenso, una nota di Facebook di Marina Protasoni, docente all’università dell’Insubria amica di Enzo Baldoni, giornalista freelance ucciso in Iraq sei anni fa, il cui corpo è stato ritrovato solo in questi giorni.
Il compagno di Marina, Franco Gialdinelli, è stato l’ultimo amico di Baldoni
ad aggiornare il blog che il giornalista teneva da Baghdad e che non sempre riusciva ad aggiornare personalmente. Entrambi, appartenevano alla Zonker zone, la "compagnia – mailing list" che Baldoni aveva creato, aggregando persone provenienti da tutta Italia e organizzando con loro le cosiddette "zonkerate" mini raduni tra amici, legati dalla straordinaria personalità di Enzo. Proprio a loro è rivolta questa nota, a ricordo di quel giorno di sei anni fa. Anche se assume un valore di ricordo per tutti coloro che da questa storia ne sono stati colpiti.

Bentornato a casa, grandone
Ci sono momenti in cui quello che hai intorno a te perde completamente di interesse e di importanza;
momenti in cui il sole, il cielo azzurro, terso, il verde dei prati, diventano di un grigiore indistinto;
momenti in cui senti in bocca il sapore del cartone;
momenti in cui non hai nemmeno lacrime perché quello che hai appena saputo occupa talmente tanto spazio dentro di te da non lasciare spazio nemmeno per il pianto.

è stato così quando, il 26 agosto di sei anni fa, mentre passeggiavamo sulle rive del lago di comabbio sotto un sole estivo nel tentativo di respirare dopo i giorni frenetici passati dalla notizia del rapimento, abbiamo ricevuto la telefonata di bolo, che ci diceva che eri morto.
grigio, come se una nebbia improvvisa si fosse alzata.
così è stato ieri, quando nel mezzo delle prove del coro, durante le quali sono sempre gioiosa, franco mi ha chiamata da parte per dirmi che, finalmente, sei tornato a casa.
grigio, come se una nebbia improvvisa si fosse alzata.
grigio perché è stato come se in un attimo fossimo ripiombati nel grigiore di sei anni fa, nel limbo del non sapere dov’eri e come stavi, nel non sapere se qualcuno si stava muovendo per riportarti a casa. ripiombati nel rincorrersi delle notizie di blog in blog, di telefonata in telefonata, nel silenzio dei canali "ufficiali". ripiombati di colpo nel grigio di quel pomeriggio al lago, quando la notizia di aver perso un amico per noi così grande ci ha lasciati senza parole.

nel grigio di quella nebbia, sono rientrata alle prove del coro, unendomi al canto su questi versi
"… dammi asilo, sono stanco di vagare. di vagare e di celarmi su di un suolo a me straniero. buona notte, rechi a me, … e dia vita ai miei sogni, buona notte dona a me. buona notte, dona a me…"

il verde del prato è tornato, così come l’azzurro del cielo.

bentornato a casa, grandone.

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Pubblicato il 22 Aprile 2010
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