Inchiesta sulle plusvalenze, indagato anche il varesino Umberto Gandini

La Guardia di Finanza ha perquisito le sedi di Roma, Lazio e Salernitana in merito alla compravendita dei diritti alle prestazioni sportive di alcuni calciatori

umberto gandini

La Guardia di Finanza ha perquisito le sedi di Roma, Lazio e Salernitana in merito alla compravendita dei diritti alle prestazioni sportive di alcuni calciatori, su operazioni di mercato avvenute nel 2017, 2018, 2019 e 2021. E c’è anche il varesino Umberto Gandini, attuale presidente della Lega Basket serie A, tra gli indagati.

Gandini all’epoca era amministratore delegato della Roma. Tra gli indagati dalla Procura di Roma  presidente e vicepresidente (Dan e Ryan Friedkin), l’ex presidente della società giallorossa, James Pallotta , l’ex ad Guido Fienga, l’ex vice presidente esecutivo ed ex direttore esecutivo Mauro Baldissoni, tre dirigenti esecutivi e l’ex direttore esecutivo Mauro Baldissoni.

Sono 11 i giocatori acquistati o venduti dalla Roma che sono citati nell’indagine dei pm. In particolare l’inchiesta riguarda le cessioni di Marchizza Frattesi al Sassuolo, di Tumminello all’Atalanta, di Luca Pellegrini alla Juve, di CetinCancellieri e Diaby al Verona. Quanto agli acquisti, i nomi sono quelli di Defrel dal Sassuolo, di Spinazzola dalla Juve, di Cristante dall’Atalanta e di Kumbulla dal Verona.

Le ipotesi di reato sono diverse, tra cui false comunicazioni sociali, emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Il filone della Procura di Roma è collegato all’inchiesta che ha coinvolto la Juventus: alcune carte sui trasferimenti sospetti sono infatti state da Torino, in particolare lo scambio Pellegrini-Spinazzola.

Anche la Procura di Tivoli, in un’inchiesta separata da quella romana, si è mossa e ha indagato la dirigenza della Lazio: al centro delle indagini 7 operazioni di calciomercato quelle che riguardano il club biancoceleste e la Salernitana, all’epoca dei fatti (tra il 2017 e il 2021) controllata dalla dirigenza laziale (l’attuale proprietà della società campana, posseduta da Danilo Iervolino, imprenditore che tra le altre cose è anche editore dell’Espresso). Le operazioni sospette sono quelle legate ai calciatori Sprocati, Casasola, Marino, Cicerelli, Novella, Morrone, Akpa Akpro. Indagato nel filone di Tivoli il presidente della Lazio Claudio Lotito, eletto in Senato tra le fila di Fratelli d’Italia, assieme a Marco Moschini, Marco Cavaliere e Igli Tare, attuale direttore sportivo della Lazio. L’accusa è simile a quella rivolta a Juve e Roma: cessioni di giocatori con valutazioni artefatte rispetto al valore di mercato del singolo calciatore al momento della cessione, dichiarazioni dei redditi annuali con elementi passivi fittizi (costi “gonfiati”), bilanci societari con i rispettivi valori di acquisto spropositati dei calciatori, valore del patrimonio della società sportiva falsato.

LE DICHIARAZIONI DELLE SOCIETÀ

“La Lazio è una casa di cristallo nella quale tutti i documenti sono a posto e sempre a disposizione di tutte le autorità. Ci siamo sempre attenuti, nel nostro operato, ad un’ottica di leale e totale cooperazione e, quindi, qualsiasi documentazione ci fosse stata richiesta sarebbe stata da noi immediatamente consegnata. Nutriamo comunque il massimo rispetto per la magistratura e confidiamo pertanto di fugare celermente qualsiasi equivoco o dubbio in relazione alle ipotesi di contestate”, si legge in una nota diffusa dalla SS Lazio.

“L’AS Roma prende atto dell’avvio di indagini da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nei confronti della Società nonché di alcuni suoi attuali e precedenti dirigenti. La società sta collaborando con le autorità competenti e auspica che venga fatta piena chiarezza sulla vicenda nel minor tempo possibile, ritenendo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle norme vigenti”, scrive invece l’AS Roma.

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Pubblicato il 06 Aprile 2023
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