“La Ferragni non è un esempio”

La rubrica "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratta argomenti di scuola, didattica e formazione: in questa puntata si parla del caso social che ha tenuto banco per qualche giorno e che ha coinvolto una ragazzina di 11 anni

Generico 29 May 2023

Da una parte Chiara Ferragni, la influencer italiana più nota al mondo da 30 milioni di followers; dall’altra la piccola Giulia, ragazzina di 11 anni, sua seguace che spesso acquista costumi e vestiti del “Chiara Ferragni Brand”. Su Instagram, l’altro giorno c’è stata una replica dello scontro biblico tra Davide e Golia: il piccolo pastore, armato di una semplice fionda, ha fatto cadere il gigante dei Filistei.

La Ferragni ha pubblicato una foto seminuda, un selfie allo specchio in cui indossa solo un perizoma che lascia poco spazio all’immaginazione. Tra i tanti commenti, raccoglie quasi 20 mila consensi quello di Giulia Dedola, 11enne sarda e piccola campionessa italiana d’equitazione: “Qual è il messaggio per noi ragazzine? Che per farci notare dobbiamo metterci nude? Io non lo trovo un bel messaggio da mandare”. La riflessione prosegue, con sempre maggiore serietà e maturità: “Ho una bella mamma della tua stessa età, ma se lei pubblicasse una foto così io mi sentirei malissimo, penserei che mi devo vergognare del suo comportamento”. E conclude, ricordando alla regina dei social che le foto su Internet rimangono per anni, il che forse non è rispettoso verso Leo e Vittoria, i due bimbi che la Ferragni ha avuto con il compagno Fedez. (va detto, per amor di cronaca, che in seguito Instagram ha chiuso il profilo della ragazzina. Le regole dei social non consentono di aprire profili a 11 anni. ndr).
Cos’ha a che fare questa vicenda con il mondo della scuola?

Libertà e sacrificio
Le osservazioni della piccola Giulia hanno attirato l’attenzione della Ferragni, che le ha risposto direttamente con queste parole: “Il messaggio per tutte, ragazzine e non, da parte mia è molto semplice: nessuno ci può giudicare o farci sentire sbagliate. Ci hanno insegnato che le donne non possono osare e questo è uno dei tanti modi che io utilizzo per prendermi la libertà che tutti dovremmo avere”.

Insomma, un altro inno alla libertà e all’emancipazione femminile, del tutto simile a quanto aveva detto e fatto la stessa influencer sul palco di Sanremo, tre mesi fa. Anche lì, era spesso semi svestita, con  la scritta sulle spalle “Pensati libera”; oppure durante il suo monologo rivolto a se stessa e alle donne: recitato (malissimo) con un abito che riproduceva il suo corpo nudo.
Proprio qui credo stia il punto della questione: il contenuto del messaggio è svalutato dal contenitore; la sostanza viene messa in secondo piano dalla forma (o dalle forme); il balbettare emotivo ed emozionato davanti a un pubblico vero e non virtuale, è segno di un cortocircuito tra spavalderia social e incapacità reali. I miei alunni di scuola Media – allo spettacolino di fine anno in aula magna – recitano meglio della Ferragni al Teatro Ariston.
Tutto ciò si collega al mondo dell’educazione e della scuola. Ai nostri adolescenti cerco di insegnare, al di là dei contenuti delle mie materie, il principio che senza studio e senza sacrificio non si va lontano; che il talento – senza dedizione – non basta; che non esiste libertà senza responsabilità (lo diceva già nel 1700 Montesquieu, se la Ferragni avesse studiato). Ogni giorno glielo ripeto, perché ogni giorno i giovani devono lottare con le tentazioni del nulla, rappresentati dai modelli indotti dai reality o sui social. E ancora: è vera libertà quella della Ferragni? A me lei sembra come i personaggi di Pirandello: il
vuoto dietro la maschera; ed è prigioniera del proprio personaggio pubblico, prigioniera del suo profilo social.

Due Imperi
Quando gli alunni mi chiedono quale sia il mio “mito”, il mio “idolo”, o più correttamente il mio personaggio storico preferito, la mia risposta è sempre la stessa: Alessandro Magno.
Quando avevo 23 anni, per l’esame universitario di Storia Antica, avevo approfondito gli studi proprio sul re macedone. Mi sentii minuscolo e insignificante al suo confronto, ma la sua figura fu anche di grande motivazione e ispirazione: scoprii che a quella mia stessa età, lui aveva già conquistato la Grecia, l’Egitto, la Turchia e parte del Medioriente, dando avvio al più vasto impero pre-romano.
Migliaia di km quadrati da difendere e decine di migliaia di persone da amministrare. Ed era tutto vero e reale, non virtuale.
Voi, studenti e genitori, giovani e adulti…Preferite l’impero di Chiara Ferragni o di Alessandro Magno?

(foto dal profilo Instagram di Chiara Ferragni)

Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.

Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof

di
Pubblicato il 01 Giugno 2023
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Personalmente la Ferragni non mi fa ne caldo ne freddo, pero’ faccio un’obiezione: Carlo Magno mandava a morire e faceva morire migliaia di persone per costruire il suo regno. La Ferragni mostra un corpo come se ne vedono tanti sia in TV che in spiaggia ( e a mio parere non e’ neache la gran bellezza dei canoni di oggi). Si vedono attrici che pubblicano foto con il pancione, allora anche loro non dovrebbero farlo? Pancione si, sedere no? Ai miei tempi c’era la morale sui capelli lunghi e sulla musica beat, oggi non mi sento di giudicarla. Il tempo e i costumi cambiano in una societa’ che va avanti.

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    “Ognuno ce la può fare” o “Se ti impegni ce la puoi fare” sono gli slogan che usano i dominanti sui dominati per giustificare la loro posizione.
    Ovviamente se una persona normale posta le foto di due chiappe diventa volgare…se lo fanno loro è emancipazione femminile.
    La Ferragni non può insegnare nulla se non l’arricchimento del suo capitale tramite queste pagliacciate mediatiche di cui tutti sono ghiotti.
    Ovviamente di senso di responsabilità non se ne parla nemmeno visto la sua eco mediatica che va a toccare milioni di persone. Zero responsabilità in quello che fanno, dicono e postano. Questo è il social…di cui me ne sto ampiamente alla larga.

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