La chiesetta di Sant’Anna ad Azzate cambia proprietà. Diventerà uno studiolo privato

Federico Orsi, il nuovo proprietario, spiega quale sarà la destinazione di questo luogo ora sconsacrato e come si procederà al restauro

Chiesa sant'anna Azzate

La chiesetta di Sant’Anna ad Azzate cambia proprietà. 

L’annuncio è stato dato a margine di un comunicato della Pro Loco che, da tempo organizza nella bella piazza Cairoli, in occasione della festa dedicata alla santa, uno spettacolo di burattini.

“Come ogni anno la tradizionale festa di Sant’ Anna si svolge nell’onomastico della nobildonna Anna Cottalorda che circa un secolo fa concedeva l’apertura del piccolo oratorio privato dell’Immacolata Concezione, a lato della Villa Ca’ Mera. Quest’anno, la piccola chiesina di Sant’Anna cambia proprietà. Rimarrà comunque azzatese, sempre privata e passerà dalla famiglia Ghiringhelli alla famiglia Orsi, nel contempo non sarà più adibita a culto. Il piccolo oratorio, nei prossimi anni, sarà sottoposto ad un restauro conservativo sia nell’ambiente interno che esterno con l’obiettivo di mantenere intatto e risaltarne la sua secolare storicità”, diceva il comunicato diffuso da Nicola Tucci, presidente della Pro Loco.

Il passaggio di proprietà è già avvenuto e quest’anno durante la festa le porte della chiesetta sono rimaste chiuse. L’arcivescovo Delpini della Diocesi di Milano ha già autorizzato la sconsacrazione. “Nel territorio della parrocchia Natività di Maria Vergine in Azzate è presente una cappella privata denominata oratorio dell’Immacolata Concezione (noto anche come di sant’Anna) che si affaccia su Piazza Cairoli pur essendo incluso integralmente in una proprietà privata -scrive nella lettera in cui autorizza la sconsacrazione-  L’attuale proprietario Federico Orsi con lettera del 13 giugno manifesta l’intenzione di voler dedicare l’ambiente a biblioteca privata e studio bibliografico per l’attività di ricerca, catalogazione, conservazione e collezione di libri. Decretiamo quindi che la cappella privata e l’altare dello stesso vengano ridotti ad uso profano non indecoroso. La proprietà si impegni a garantire il decoro e il rispetto connesso alla precedente destinazione al culto del luogo indicato”.

La famiglia Orsi possiede “Ca’ Mera”, una delle dimore storiche più belle e preziose del paese.

«La chiesetta risale al ‘700 ed era della famiglia Ghiringhelli ma è parte integrante di villa Orsi, la nostra casa – spiega Federico Orsi, proprietario di Ca’ Mera insieme alla famiglia – Quando ci siamo resi conto che la chiesa aveva bisogno di un intervento di restauro importante, ci siamo accordati con i Ghiringhelli per acquistarla. Da sempre amiamo tutto ciò che è antico e facciamo il possibile per mantenerlo, ed averne cura».

La villa, con una meravigliosa vista sul Lago di Varese, ha sale affrescate con graffiti quattrocenteschi, una biblioteca, saloni del ‘600, un meraviglioso parco con piscina. I proprietari, in occasione speciali, aprono i portoni ai visitatori che spesso non immagino che cosa nasconda quell’angolo di Azzate e affittano la villa per cerimonie e matrimoni.

« I lavori saranno affidati a Maura Carcano di RestaurAte che ha già fatto una relazione con gli interventi e le tecniche che saranno adottati- dice ancora Federico Orsi -. L’obiettivo è riportarla all’origine: nel tempo gli affreschi sono stati coperti da strati di cemento che fissavano una rete al muro per impedire all’umidità di sgretolare le pareti. Ma  non è servito, anzi: l’umidità ha continuato a “lavorare” ed oggi gli affreschi sono piuttosto rovinati. La restauratrice procederà al discialbo per recuperare gli affreschi antichi, rimuoverà tutti gli strati di calce e pittura e poi vedremo come procedere. Resta poi da restaurare il tetto, piuttosto ammalorato, e consolidare la volta. Per quanto riguarda invece la parte della sagrestia, la lasceremo così com’è, provvederemo solo a ridipingerla».

Si potrebbe pensare che Azzate “perda” un altro luogo storico, un po’ come è accaduto con la Chiesa di Sant’Antonio, costruita nel 1300 con portale e facciata rifatti nel 1525, ora di proprietà privata. Ma c’è anche un altro punto di vista: «L’idea è di ridarle dignità – conclude Federico Orsi – C’era il rischio che il tempo la rovinasse e non si potesse più recuperare nulla. In questo modo, cambierà solo destinazione». Diventerà uno piccolo “scrigno” per custodire libri. Un uso profano sì, ma che salvaguardia la storia e l’arte.

 

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Pubblicato il 28 Luglio 2023
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