“Qualità e trasparenza per il rilancio del comparto tessile e moda”
In merito alla crisi del settore tessile è intervenuta la consigliere regionale della Lega Nord, Luciana Ruffinelli
Dal 30 settembre sarà possibile accedere a 3 bandi di Regione Lombardia, riservati al comparto della moda e del tessile, per un finanziamento complessivo di 13 milioni di euro.
Si tratta di un sostegno concreto e fattivo per un settore che nel 2009 ha sofferto di una crisi senza precedenti, con 29 mila lavoratori in cassa integrazione o in mobilità a causa della riduzione dell’attività produttiva.
«L’iniziativa regionale – spiega la consigliera regionale della Lega Nord, Luciana Ruffinelli – si inserisce pienamente nel novero di azioni che il mondo politico sta concertando con quello imprenditoriale al fine del rilancio del sistema del tessile italiano.
Un impegno che, alla fine dello scorso luglio, ha visto la presentazione di un progetto di legge in Parlamento sottoscritto da 130 deputati e che ha come primo firmatario il leghista bustocco Marco Reguzzoni».
«Condivido pienamente – continua l’esponente del Carroccio – i contenuti della lettera aperta che lo stesso Reguzzoni ha inviato alle associazioni di categoria e al mondo sindacale, in cui si sottolineava la necessità di unirsi intorno a questo tema, affinché l’iniziativa legislativa possa essere approvata in breve tempo.
«Condivido pienamente – continua l’esponente del Carroccio – i contenuti della lettera aperta che lo stesso Reguzzoni ha inviato alle associazioni di categoria e al mondo sindacale, in cui si sottolineava la necessità di unirsi intorno a questo tema, affinché l’iniziativa legislativa possa essere approvata in breve tempo.
Una legge che imponesse la tracciabilità e la trasparenza dei prodotti tessili rappresenterebbe un valido aiuto per le nostre imprese, una importante forma di contrasto alla contraffazione e alla sleale concorrenza e una garanzia di qualità per i consumatori».
Si porrebbe infatti fine alla presenza sul mercato di prodotti etichettati “Made in Italy”, ma che vengono realizzati in Cina, Turchia o altri Paesi orientali, contribuendo inoltre a una migliore e maggiore collaborazione fra le grandi “Griffes” internazionali e le nostre piccole e medie realtà produttive.”
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