Al mio matrimonio ha cantato il Blasco
Viene da Forlì ed è il clone del celebre cantautore di Zocca. Partecipa a feste, interviene ai concerti delle band tributo e si fa fotografare con altre celebrità
Nel bel mezzo del pranzo nuziale, l’intrattenitore musicale chiede l’attenzione degli invitati. Il salone del prestigioso hotel di Stresa, fino a quel momento una bolgia di voci e forchette, si ammutolisce. I camerieri, come se fossero stati sorpresi da una eruzione vulcanica, rimangono impietriti, immobili come statue di sale, colti nell’attimo infinito di una crespella che scende nel piatto o nel frenetico rientro in cucina. «Ho voluto fare un regalo allo sposo» dice con una certa aria enigmatica il tastierista. Parte la musica di “Un senso” ed entra lui, il grande… Un cameriere guarda il collega, con uno sguardo interrogativo. Uno degli invitati un po’ attempato, forse ingannato dalla distanza, squadra il cantante ed esclama: «Ma chi è? Califano?».
«Noooo» risponde il vicino di sedia un po’ seccato «è Vasco Maury. È quasi lo stesso di quello vero».
Quello vero è il rocker Vasco Rossi. Lui, invece, è uno dei tanti cloni. Forse il più famoso tra le copie del blasco nazionale. Stessi occhiali, stesso giubbotto, stesso atteggiamento, tra il trasandato e lo snob, stessa mimica, stessa terra di origine (viene da Forlì), stessa voce, nel senso che canta in playback. Lui ci crede e per un attimo anche gli invitati del matrimonio. Sognare per due minuti non costa nulla e comunque molto meno che ingaggiare il cantautore di Zocca.
Il Vasco di Forlì continua a tenere il microfono in mano convinto di essere due persone in una. «Voglio trovare un senso a questa vita …Anche se questa vita un senso non ce l’ha…».
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