Astuti (Pd): “Il sistema di reclutamento dei medici gettonisti è insostenibile”
Il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti interviene dopo aver analizzato i dati forniti dalla direzione generale Welfare di Regione Lombardia e aver approfondito il fenomeno riguardante molti professionisti sanitari "a chiamata"

«Il sistema sanitario lombardo non sta per niente bene, lo diciamo da tempo e, tra i numerosi aspetti critici, è tornato alla ribalta, proprio in questi giorni, quello dei medici a gettone, una soluzione emergenziale che non è sostenibile a lungo termine, dati i costi e le problematiche che implica».
Il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti interviene dopo aver analizzato i dati forniti dalla direzione generale Welfare di Regione Lombardia e aver approfondito il fenomeno riguardante molti professionisti sanitari “a chiamata” che vengono pagati a singola prestazione, a causa della emergenziale carenza di personale sanitario.
«Se in tutta la Lombardia il costo supera i 27 milioni di euro, solo nei reparti di Pronto Soccorso e Anestesia delle Asst Valle Olona e Settelaghi, nel 2023 si sono spesi oltre 4 milioni di euro – fa sapere Astuti -. Abbiamo uno degli ospedali che nella nostra regione ricorre più spesso a queste figure, mentre la Lombardia, con oltre 45mila turni gestiti dalle cooperative, detiene il primato rispetto alle vicine Veneto, con 42mila, e Piemonte, con poco più di 14mila».
«Si tratta spesso, inoltre, di medici che non hanno un’adeguata preparazione e non è raro trovare nei pronto soccorso neolaureati non specializzati – sottolinea il consigliere dem –. Se poi consideriamo che 84 turni di 12 ore di un gettonista equivalgono al salario annuo lordo di un medico ospedaliero assunto da più di 15 anni, ci rendiamo più facilmente conto del paradosso».
«È inutile continuare a parlare di valorizzazione del personale sanitario lombardo, se poi si continua a spremerlo senza valorizzarlo mai – conclude Astuti – è ora che Regione Lombardia riveda le modalità di reclutamento dei medici, affrontando anche il problema dei costi e impostando un tariffario unico regionale e regole uguali per tutti».
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