Sala per la preghiera: Solanti ringrazia tutti, a favore e contro
Il primo cittadino samaratese commenta le voci che si sono sollevate in questi giorni in merito alla temporanea concessione di Sala Pozzi ai musulmani: "Valga sempre la pena di impegnarsi per i valori in cui si crede, costi quello che costi"
La sala per pregare concessa a musulmani e cattolici dall’amministrazione di Samarate non smette di creare dibattito, polemiche e discussioni. Dopo le verbose e ostentatamente dotte prese di posizione del PdL con gli attacchi frontali a sindaco e giunta e le proteste della Lega Nord (senza però l’annunciato volantinaggio), è il primo cittadino Vittorio Solanti a prendere la parola. Il sindaco parte con «grazie a Varesenews per lo spazio offerto» e poi prosegue ringraziando i lettori
che hanno commentato gli articoli sulla sala per la preghiera: «Ringrazio Davide, Pulvis, Rossanna, Michele, Niccolò, Nicola, Elena, Silvano, Umberto, Francesca, Mara, Luca, Luigi, Antonello, Carlo ,Rita, Donatella, Anteo, Franco, Febo, Anna, Marco, Walter, Mariuccio e i tanti volti sconosciuti che hanno desiderato esprimere la loro forte, sentita e disinteressata solidarietà all’amministrazione comunale samaratese per la concessione temporanea della Sala Pozzi per la preghiera del venerdì alla comunità islamica locale – commenta Solanti, che non si ferma qui, ma prosegue -. Grazie anche alle voci dissonanti. Esse ci ricordano quotidianamente che viviamo in un paese libero e democratico e che tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero. A loro desidero però parimenti ricordare che i diritti e la dignità di ogni persona sono un bene troppo prezioso, che non sono negoziabili, né hanno un prezzo ed è un dovere imprescindibile, soprattutto per chi è chiamato a responsabilità istituzionali, riconoscerli e proteggerli. Per quanto mi riguarda sono cresciuto con l’idea che la politica non sia tatticismo, opportunismo o conformismo, ma sia invece cosa alta, nobile. Un impegno per cambiare anche le piccole cose intorno a noi o per una meta politica buona. E che valga sempre la pena di impegnarsi per i valori in cui si crede, costi quello che costi».

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