Sfregiata per sempre: per le lesioni al bar di Leggiuno chiesti 5 anni e 4 mesi
I fatti nell’ottobre 2020, compleanno della parte offesa, 27 anni: la ragazza “deturpata a vita”. L’avvocato dell’imputata non ci sta: “È stata legittima difesa”

Tra imputata e persona offesa non correva buon sangue. C’era alla base una faccenda di uomini legata a precedenti relazioni: sta di fatto che l’11 ottobre 2020 (compleanno della ragazza ferita) in un bar a Leggiuno si compie l’irreparabile: uno sfregio ancora visibile sulla guancia della ragazza, un segno indelebile che le rimarrà per tutta la vita lasciato col collo della flûte in vetro per bere lo spumante impiegato come un’arma da affondare nella guancia della rivale.
Per questo fatto il pubblico ministero Valeria Anna Zini ha chiesto condanna di 5 anni e 4 mesi di reclusione considerate le attenuanti generiche, invocando la responsabilità prevista dall’articolo 583-quinques per “chiunque cagioni ad alcuno lesione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso”.
L’imputata, peraltro amica della madre della persona offesa e sua collaboratrice, sostiene di essersi difesa, di essere venuta alle mani con la più giovane ragazza – poi ferita – e di essere scivolata con un bicchiere in mano, bicchiere che ha colpito la vittima al volto. La parte civile, avvocato Augusto Basilico, ha ricostruito la vicenda suffragata dai testi e dalla documentazione medica presentata consistente in tre distinti sfregi presenti sul volto della giovane, «un’azione dunque reiterata e violenta», con «cicatrici visibili ad occhio nudo e discroniche rispetto alla cute circostante».
La difesa dell’imputata – avvocato Agnese Murdolo – ha ricordato la condizione della sua cliente: «È incensurata. Si è sempre dichiarata innocente e addirittura di essere stata vittima essa stessa, e per questo non abbiamo chiesto riti alternativi. Le cose non sono andate nella maniera ricostruita dall’accusa: la mia cliente si è difesa da un’aggressione». Dunque per la difesa l’imputata va assolta, invocando l’esimente dell’articolo 52 del codice penale: legittima difesa, per neutralizzare il rischio attuale dell’aggressione subita, a detta dell’avvocata, dalla parte offesa che l’avrebbe spintonata all’uscita del bar, quando le due donne si sarebbero fronteggiate (in subordine il riconoscimento dell’e cesso colposo di legittima difesa o le attenuanti generiche e i doppi benefici di legge ed eventuale sostituzione della pena con lavoro di pubblica utilità) .
La tesi della legittima difesa dunque secondo l’avvocato Basilico «non è accettabile, è una presa in giro: il bicchiere anche venendo lanciato non avrebbe potuto fare tre sfregi distinti come provati dalla perizia e non è in alcun modo possibile sostenere la legittima difesa. È stata rovinata la vita di una 27enne, non è stato chiesto scusa né proposto un euro di risarcimento. A nostro avviso non è plausibile chiedere le attenuanti”. La richiesta danni è stata di “50 mila euro con provvisionale non inferiore a 15mila euro».
Per repliche e decisione si dovrà attendere il 18 giugno.
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