Wikipedia, per molti ma ancora non per tutti
Un grande strumento di conoscenza in via di sviluppo è Wikipedia (http://www.wikipedia.org/), l’enciclopedia gratuita online scritta e riscritta quotidianamente da centinaia di migliaia di utenti-collaboratori da ogni angolo del mondo. La qualità di molti articoli è eccellente: fra i principi basilare è infatti quello di citare le proprie fonti, siano esse online o cartacee. Il progetto conosce i suoi problemi, ostacolato com’è da vandalismi, ingenuità assortite degli utenti meno smaliziati (la gran parte dei contributori sono giovani e giovanissimi), faziosità nazionali, partitiche e religiose, punti di vista parziali delle culture di provenienza. In più, la cultura “ufficiale” accademica tende ancora a guardare a Wikipedia con distaccata superiorità, salvo ricorrervi in caso di dubbi. Eppure, nonostante tutti questi difetti, il risultato è nel complesso encomiabile, se non autenticamente rivoluzionario.
Quella che ancora manca, in spiccata similitudine con la diffusione di Internet, è una copertura realmente globale, rappresentativa del mondo come è, non del mondo “come appare” – dominato dall’Occidente che pure ha creato questo strumento. Wikipedia rispecchia infatti la Rete di cui è espressione. Nasce in America dall’idea di “Jimbo” Wales (http://en.wikipedia.org/wiki/User:Jimbo_Wales), il suo fondatore; e il suo “braccio” principale è quello in lingua inglese, che ad oggi conta ben 1.721.000 pagine su argomenti diversi. Non è un caso, visto da un lato il ruolo degli Stati uniti come culla dell’informatica, dall’altro il peso schiacciante della cultura angloamericana e dell’inglese; moltissimi sono gli utenti non di madrelingua che anche da Paesi lontani contribuiscono alla Wikipedia “principale” ignorando quelle nazionali. Tra queste, quella in lingua italiana non è affatto messa male: 281.000 pagine, sesta al mondo. Considerevole l’exploit della versione polacca, con 365.000 pagine: davvero notevole, visto che la Polonia è pur sempre meno popolata dell’Italia. E se non stupisce che il tedesco, grande lingua di scienza e cultura, totalizzi 566.000 pagine (secondo posto), o il francese 471.000, deludono un po’ portoghese (249.000, nonostante il Brasile) e spagnolo (219.800, nonostante l’America Latina…) Impressionanti viceversa le 219.000 pagine della Wikipedia svedese: dieci milioni di “professori della rete”, in apparenza, abitano il paese scandinavo.
Dati insomma che rispecchiano la differente diffusione di Internet nel mondo – si pensi solo al potenziale immane della Cina, trattenuto dalla perdurante povertà di larghe masse di popolazione da un lato, e dalla strettissima censura del regime dall’altro. Ma forse, col tempo, anche “l’enciclopedia delle enciclopedie”, materia viva che si evolve con i suoi creatori giorno dopo giorno, si avvicinerà a diventare davvero quell’obiettivo “specchio del mondo” che mira ad essere.
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