Nasce l’istituto storia del Novecento. Franco Giannantoni presidente onorario
Grande partecipazione all'assemblea costitutiva, anche con diversi studenti universitari e delle superiori
Franco Giannantoni – studioso del fascismo, della Resistenza, della persecuzione antiebraica, del terrorismo – è stato eletto presidente onorario dell’Istituto Varesino di Storia del Novecento, costituitosi con la prima assemblea tenutasi sabato 25 ottobre a Varese.
La sala della Cooperativa Progresso era interamente occupata da un pubblico vario e profondamente interessato: studenti universitari di storia, insegnanti e studenti delle scuole medie superiori della provincia, studiosi e appassionati di storia locale, esponenti di associazioni attive nel territorio e di amministrazioni locali.
Il presidente Claudio Mezzanzanica, salutando le persone intervenute, ha comunicato di avere ricevuto venti adesioni di persone impossibilitate a partecipare all’evento ma intenzionate ad iscriversi e a collaborare con l’Istituto.
Dopo le brevi relazioni introduttive del presidente e del vicepresidente, Giuseppe Nigro, si è aperta una franca discussione sugli obiettivi dell’Istituto e sui problemi da affrontare per proseguire il lavoro di costituzione e insediamento.
«Il confronto è stata molto positivo e costruttivo: varie persone, nei loro interventi, hanno manifestato convintamente la loro fattiva disponibilità. Le prime adesioni raccolte, infatti, sono avvenute con il dichiarato scopo di collaborare concretamente alla vita dell’Istituto».
L’assemblea ha nominato il consiglio direttivo e, su sua proposta, ha eletto Franco Giannantoni presidente onorario dell’Istituto Varesino di Storia del Novecento, quale riconoscimento per il lavoro storico svolto per decenni sugli avvenimenti varesini, in particolare sulle vicende riguardanti la Resistenza, la persecuzione degli ebrei e le attività fasciste in questo territorio nel secondo dopoguerra.
L’affettuosa lettera di accettazione di Franco Giannantoni, impossibilitato ad essere presente per ragioni di salute, è stata letta ed accolta da un caloroso applauso .
« Scomparso da decenni, con la morte dell’amico professor Luigi Ambrosoli, storico del Risorgimento e cattedratico universitario l’Istituto storico del Movimento di Liberazione Nazionale ora “Ferruccio Parri”, scomparsi o resi indisponibili con esso le carte di archivio (ricordo un loro passaggio negli uffici sindacali Cgil di via Robbioni), finalmente Varese e provincia potranno disporre di un Centro Studi di ricerca e di incontro di “Storia del ‘900” che oggi compie il suo primo passo ufficiale. Il vuoto sta per essere sanato per merito del dottor Claudio Mezzanzanica, ardente democratico, instancabile e generoso nel coltivare fra tante difficoltà un’impresa non semplice in un Paese notoriamente carente di memoria. Il suo intenso lavoro, sorretto dal sogno mai placato di dare vita ad un luogo dove potere studiare la nostra storia nei suoi vari aspetti e nei rispettivi tempi, ha le sue radici in alcune regole irrinunciabili: la passione della ricerca e il rigore scientifico per sfuggire a ricostruzioni retoriche, spesso inficiate da strumentalizzazioni ed errori clamorosi».
«L’Istituto nasce con il contributo di affermati studiosi e di giovani ricercatori diffusi nel territorio e dalla disponibilità di una documentazione che con il trascorrere del tempo (opportuno l’appello di Mezzanzanica di poter disporre un domani di fondi privati che giacciono inutilizzati presso famiglie locali) potrà essere sempre più ricca. Varese e provincia offrono in questo senso spazi di studio rilevanti sia in campo industriale, sociale e politico, sinora parzialmente esplorati se non del tutto ignorati. Un terreno ricco di eventi straordinari su cui poggia la rilevanza della città capoluogo e del suo circondario».
L’ultima considerazione di Giannantoni è stata sul piano personale. «E’ una decisione di cui apprezzo commosso il significato e il valore, giunto come sono alla svolta della mia vita e che accolgo come il riconoscimento, credo, alla mia carriera, lungo itinerari irti di ostacoli, di sacrifici, di trappole minacciose, soprattutto dedicata al terrorismo stragista degli anni recenti e, come ho ricordato, alla Resistenza italiana, una pagina che, come mi diceva nei nostri intensi colloqui Amerigo Clocchiatti, il comandante “Ugo” della Divisione Natisone e poi membro del Triumvirato Insurrezionale dell’Emilia-Romagna, fu “complessa, contradditoria e anche ambigua”, spesso-sosteneva e a ragione- tanto diversa da quella narrata in molti libri di storia. Un percorso, ricordo a me stesso, che mi costò alti prezzi, emarginazione e anche solitudine.
Ora che spira un vento minaccioso per la democrazia e che ombre oscure si affacciano all’orizzonte, questa tappa che ci vede oggi riuniti va salutata con un senso di speranza e di gioia».
Per metà novembre verrà organizzato un incontro, promosso dal Consiglio Direttivo ed aperto a tutti i soci, per definire il programma di lavoro del 2026.
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