Da un tumore al cervello alla Maratona di New York: la rinascita di Johny, 59enne della Valtellina
Ad operare il 59enne l'equipe del dottor Cesare Zoia, chirurgo di Casciago: “Un intervento delicato, ma il recupero è stato sorprendente. Un esempio di forza e determinazione che ci rende orgogliosi”
Una maratona come simbolo di rinascita. È la straordinaria storia di Johny Bagiotti, 59 anni, sportivo valtellinese, che in pochi mesi è passato da un delicato intervento neurochirurgico alla linea del traguardo di Central Park, concludendo la Maratona di New York sotto le 3 ore e 20 minuti.
Il mal di testa, la corsa in ospedale e la diagnosi
Tutto è cominciato a fine agosto, con un forte mal di testa e un occhio che non si apriva più. Allarmato, Johny si è recato al Pronto Soccorso, dove è emersa una diagnosi pesante: tumore ipofisario localizzato al centro della testa, che stava comprimendo aree cruciali come il seno cavernoso. Un quadro complesso, che ha richiesto il trasferimento d’urgenza all’Unità di Neurochirurgia dell’Ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona ed Uniti, diretta dal dottor Cesare Zoia, neurochirurgo di Casciago, anzi di Morosolo, classe 1981, laurea in Medicina e Chirurgia e poi Dottorato di Ricerca in Chirurgia e Biotecnologie Chirurgiche all’Università dell’Insubria di Varese, che dopo un breve periodo di lavoro presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese ha iniziato la sua carriera da neurochirurgo nel 2013, prima presso la Fondazione IRCCS San Matteo di Pavia per poi di diventare il più giovane primario in Italia in Neurochirurgia al Moriggia Pelascini di Gravedona nel 2023.
«Quando ho capito che non riuscivo ad aprire l’occhio, ho avuto paura – racconta Johny –. Quando i medici mi hanno parlato di un tumore al centro della testa, mi è crollato il mondo addosso».
Un intervento delicato, un recupero sorprendente
L’operazione è stata eseguita con tecnica endoscopica mini-invasiva e si è rivelata un successo. Il dottor Zoia spiega: «Il tumore comprimeva strutture cruciali per la funzione oculare e visiva. Era un intervento ad alta complessità, ma il recupero completo del terzo nervo cranico è un ottimo risultato, frutto della precisione chirurgica e della forza del paziente».
Già dopo pochi giorni, Johny mostrava segnali di netto miglioramento. E dopo alcune settimane, con il via libera dei medici, è tornato ad allenarsi.
New York, sogno realizzato
«Correre la Maratona di New York era il sogno di una vita – dice Johny –. Appena arrivato in reparto ho chiesto se sarebbe stato possibile, e il primario mi ha rassicurato: “Faremo di tutto per farla correre la maratona”. Così è stato. Due mesi dopo ero a New York, e ho tagliato il traguardo».
Una testimonianza di resilienza e determinazione, che emoziona anche il personale sanitario: «Per noi è motivo di grande soddisfazione – aggiunge Zoia –. Il paziente ha dimostrato una forza fisica e mentale straordinaria. Non è solo una vittoria clinica, ma anche umana».
Una storia di Natale che dà speranza
Oggi Johny prosegue con i controlli post-operatori, ma il messaggio che lancia è limpido e potente:
«Non smettete mai di credere nella possibilità di ripartire. Io l’ho fatto. E sono tornato a correre!»
Una storia che, sotto le luci del Natale, diventa simbolo di rinascita, professionalità e passione per la vita.
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