Il tar accoglie un ricorso dei costruttori, battuta d’arresto per la Variante al Pgt?
Edilmalpensa aveva presentato una richiesta per un intervento, il tribunale amministrativo obbliga il Comune a prenderlo in considerazione
Battuta d’arresto per la Variante al Pgt di Gallarate? Il Tar ha accolto il ricorso di un’operatore (Edilmalpensa, con Milano Consulting), su una proposta di piano attuativo per costruire nella cosiddetta "area 336", le zone a ridosso della superstrada tra Madonna in Campagna e Arnate. Un pronunciamento, quello del Tribunale Amministrativo, che ora rischia di far slittare in avanti i tempi della Variante, che proprio sulla zona 336 prevede la "opzione zero", vale a dire il mantenimento a verde delle aree, togliendo ogni possibilità edificatoria.
La vicenda parte dal giugno 2012, quando l’operatore presentò la sua proposta edilizia su terreni di proprietà: il Comune avrebbe dovuto avviare un "Nucleo di Valutazione", che avrebbe dovuto essere avviato entro 90 giorni dall’approvazione del Pgt (sostenuta dall’allora amministrazione Mucci-Bossi). L’assessore all’urbanistica uscente Massimo Bossi non avviò la definizione dei criteri del Nucleo di Valutazione (l’amministrazione cambiò poco dopo), né lo fece la giunta Guenzani. Non solo per ragioni tecniche, ma anche perché – commenta l’assessore attuale, Giovanni Pignataro – «già si era presa la decisione d’intervenire con Variante» (a destra, l’intervento 336 previsto nel Pgt ancora in vigore). Nessun Nucleo di Valutazione, dunque, e nessuna risposta alla richiesta dell’operatore nel 2012: di qui, il ricorso al Tar, che accoglie una delle due richieste di Edilmalpensa. Il Tribunale Amministrativo da un lato respinge la richiesta dell’operatore al Comune di dare il via libera "in automatico" all’intervento (vista la scadenza dei termini), ma dall’altro obbliga il Comune a costituire il Nucleo di Valutazione per dare una risposta. Insomma: non oggi, ma (forse) domani. Nella sentenza si dice che il Comune avrebbe dovuto prendere in carico la richiesta, ma si conferma anche "la facoltà di esercitare, nelle forme e nei modi consentiti dall’ordinamento, lo ius variandi spettante all’Amministrazione comunale quanto alle determinazioni concernenti l’assetto urbanistico territorio", perché la sola presentazione di proposte di piano (chiarisce anche la giurisprudenza) «non determina di per sé la “cristallizzazione” delle previsioni urbanistiche vigenti allo stato".
Per ora, da Palazzo Borghi massima prudenza: «Dobbiamo approfondire, settimana prossima avremo l’incontro con i legali», si limita a dire l’assessore all’urbanistica Giovanni Pignataro. Le alternative, va da sè, sono due: istituire il Nucleo di Valutazione (affidando ad una decisione tecnica la valutazione del progetto) oppure ricorrere al Consiglio di Stato, secondo grado della giustizia amministrativa. Con il rischio – in questo secondo caso – che il contro-ricorso freni il percorso della Variante al Pgt, che il centrosinistra considera fondamentale, avendo criticato in passato in modo pesante il Pgt approvato dall’amministrazione Mucci e avendo avviato notevoli modifiche, a partire proprio dalla "opzione zero" che taglia il cemento nell’area 336.
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