Jacopo Peron dall’infortunio al tricolore: “Ora voglio gli Europei”
Il giovane tradatese si è laureato campione italiano juniores sugli 800 metri dopo lo stop per una caviglia fuori posto. «Stare fermo due mesi mi è servito a tornare con i piedi per terra»
Jacopo Peron, classe 1996 di Tradate e tesserato dal 2014 per il Cus dei Laghi, è uno dei varesini che si sono messi in luce nel weekend scorso (7-8 febbraio) ad Ancona, ai campionati italiani indoor. Jacopo è infatti tornato a casa dalle Marche con al collo la medaglia d’oro negli 800 metri categoria juniores, un successo arrivato al termine di una bella volata sul trentino Pilati (crono di 1’52"66) e che vale doppio visto che il giovane varesino era stato fermato da un infortunio alla caviglia sinistra occorsogli lo scorso settembre.
Jacopo, com’è stato ricominciare a correre e vincere dopo l’infortunio?
«Sembrerà strano ma da una parte stare fermo due mesi mi è servito per rimettere un po’ i piedi per terra. Tra l’altro non so ancora perché mi sono fatto male; se per sfortuna, se perché mi stavo allenando troppo o male. Quando però ho ricominciato a lavorare l’ho fatto a testa bassa e con maggior voglia rispetto a prima, anche se poi quando si ritorna in pista l’ansia non manca. Non sai bene fino a dove puoi spingerti e soprattutto hai perso un po’ il contatto con i tuoi avversari, che nel frattempo sono migliorati. Avevo già disputato una gara a fine gennaio, subito dopo aver ricominciato ad allenarmi, ed era andata discretamente bene ma prima di questa avevo un ansia tremenda. Vincere il primo titolo è stato fantastico».
Negli anni scorsi lei ha già preso parte a manifestazioni internazionali. Quali sono i prossimi appuntamenti cardine della stagione?
«Il 21 e il 22 febbraio correrò ai campionati italiani Assoluti, che vedono in lizza anche gli atleti senior. Se tutto andrà bene spero poi di poter partecipare al triangolare Italia-Francia-Germania a Lione, dove vengono convocati i due atleti migliori per ogni specialità. A luglio poi ci saranno gli Europei Juniores di Eskilstuna in Svezia, ai quali verranno portati i primi tre italiani».
(Peron – al centro – e gli altri medagliati Pilati e Bouhi scherzano sul podio / Colombo-Fidal)
Quali sono i sogni nel cassetto a breve termine?
«Se me lo aveste chiesto qualche giorno fa, vi avrei detto "vincere ad Ancona" e lì ce l’ho fatta. Ora lavoro per andare in Svezia: devo riconfermare il mio primato personale che ho fatto registrare l’anno scorso».
Torniamo un po’ indietro: quando ha incominciato a praticare l’atletica leggera?
«In quarta elementare, ma senza neanche avere ben chiaro in testa che cosa fosse, tant’è che inizalmente pensavo che anche la ginnastica fosse una disciplina dell’atletica. In principio facevo salto in lungo ma non era proprio il mio forte. Poi sono passato al mezzofondo, e quando ho visto arrivare i primi risultati ho cominciato a intestardirmi e a lavorare sempre di più sulla mia corsa».
Per finire, una domanda che potrebbe essere utile a molti altri giovani. Come fa a conciliare atletica e scuola?
«Fino a ora ce l’ho sempre fatta senza grossi problemi, ma quest’anno ho l’esame di maturità e non è sempre facile. Mi alleno circa due ore e mezza tutti i giorni, ma mi impegno per portare a termine bene entrambe le cose, anche a costo di sacrificare le sere e mettermi a studiare. Insomma, è tutta questione di organizzazione».
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