“Con le condizioni dei nuovi bandi è impossibile fare accoglienza ai richiedenti asilo”
Tra le voci più determinate a prendere una posizione netta sui nuovi bandi della Prefettura è la Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione, una presenza di rilievo nel presidio sociale di molti servizi anche nel Varesotto
Tra le voci più determinate a prendere una posizione netta sui nuovi bandi della Prefettura per l’accoglienza dei richiedenti asilo è la Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione, una presenza di rilievo nel presidio sociale di molti servizi anche in provincia di Varese.
«Noi non parteciperemo al bando perché per come sono impostati l’accoglienza che si può garantire è completamente inadeguata». Ma non solo, secondo la Coop che ad oggi garantisce accoglienza diffusa sul territorio a 71 richiedenti asilo, «così come strutturata dal ministero dell’Interno l’accoglienza genererà situazioni di tensioni sociali che esploderanno in vera e propria insicurezza».
In provincia di Milano la Coop, insieme ad altre quattro realtà, ha anche depositato un ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento con sospensiva del nuovo bando “perché non rispetta gli standard di qualità definiti dalla Carta della Buona Accoglienza e perché non consente di sostenere e coprire i costi necessari per gestire il servizio”.
Cosa cambia rispetto ai precedenti bando lo abbiamo chiesto a Tiziana Bianchini, responsabile per la coop dell’area immigrazione.
«Questi nuovi bandi minano alla radice il lavoro fatto fino ad oggi e genereranno problemi sociali e di sicurezza per tutti. L’accoglienza che abbiamo garantito noi con i nostri progetti è quella che si dice diffusa: i richiedenti asilo sono ospitati in piccoli appartamenti e gli viene garantito il sostegno di un equipe multidisciplinare: ci sono operatori, educatori, mediatori culturali e linguistici, sostegno psicologico e medico. Con queste figure noi abbiamo accompagnato queste persone che, ricordo, spesso attraversano dei traumi personali enormi, garantendo non solo un corretto supporto a loro ma anche prevenendo la nascita di conflitti sociali».
La vostra posizione è che tutto questo con 21,5 euro al giorno per ogni richiedente asilo non si può più sostenere?
«In realtà la quota prevista è di 18 euro e no, non bastano. Questi nuovi bandi vanno a svuotare di senso tutto il sistema dell’accoglienza diffusa. Basta vedere che tra i requisiti richiesti c’è la presenza di un solo operatore per 8 ore al giorno per 50 persone. Cosa può fare una sola persona? Lo sceriffo? Inoltre, non viene previsto il sostegno psicologico e anche la figura del mediatore viene richiesta per sole 10 ore a settimana, quella dell’assistenza legale per 3 ore».
Voi dunque non parteciperete?
«Noi non ci saremo. Queste condizioni non consentono di garantire gli standard minimi di accoglienza. Non potremmo neanche garantire la custodia delle persone e dunque anche la sicurezza delle comunità. Così si genere un sistema di insicurezza che poi è proprio quello che viene cavalcato facendo leva sulle paure dei cittadini. Noi non ci stiamo e non è questione di profitto ma soprattutto di principi».
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